Passano i giorni dalle polemiche sull'ora di religione scolastica estesa anche alla fede musulmana, ma il Vaticano non desiste, anzi rincara la dose e si lancia in affondi durissimi contro la laicità dello Stato italiano e della stessa Unione europea.
Infatti dopo la proposta del deputato vicino all'area di Fini nel PDL, Adolfo D'Urso, di istituire un'ora di religione "parallela" a quella cattolica nelle scuole, si alzano forti le voci di tanti esponenti del Vaticano e della Cei, oltre che dei soliti paladini dell'identità leghisti (perchè poi proprio loro che non si sentono italiani ma celtici e parlano di "tradizione" cristiana...), tutti in soccorso del povero e depauperato cristianesimo.
E se da un lato c'è chi leva gli scudi a difesa della santa sede e s'inchina al potere di quest'ultima, c'è chi, come D'Alema ad esempio, si vede "possibilista".
Insomma il solito batti e ribatti della "casta" politica, tra pro e contro rispetto ad una determinata questione, scontro asfittico di forze parallele che come sempre condurrà a nessun cambiamento.
Tutto questo sarebbe anche noioso se non fosse che, come al solito nella bagarre dei politicanti, nell'intreccio delle dichiarazioni, si perde di vista il nucleo essenziale della questione.
Sparisce cioè il tema vero alla base della polemica, il tema della laicità e della sovranità dello Stato su ogni forma di dottrina religiosa.
Se in altri paesi occidentali il problema nemmeno avrebbe risalto, in quanto una netta divisione tra Stato e religione è più che prassi consolidata, in Italia la questione assume l'immagine di una ferita aperta, impossibile da rimarginare.
La chiesa cattolica insieme a tutte le associazioni religiose strettamente legate ad essa, come Cei e CL, estende le proprie mani su gran parte del patrimonio statale italiano dalla sanità agli enti locali, per arrivare alla scuola pubblica.
Scuola pubblica che nel nostro paese è sempre stata alla mercè dei diktat ecclesiastici, vissuta tramite la quotidiana "occupazione" del Vaticano grazie all'indecente uso strumentale "dell'ora di religione", con addirittura i docenti/preti (decisi in totale autonomia dalla chiesa) a pieno carico dello Stato stesso, una scuola pubblica derubata dei propri finanziamenti, in parte utilizzati anche per le scuole private di stampo religioso, ovviamente cattoliche, vero mondo parallelo nell'istruzione scolastica italiana.
Ecco perchè ormai, nemmeno più si prende in considerazione il fatto che, qualsiasi fede religiosa è incompatibile con l'insegnamento scientifico e con una scuola che nasce per sua stessa natura come ambiente laico o probabilmente come sarebbe più corretto dire, ateo.
Ciò che è scandaloso quindi, è l'atteggiamento di certi politici che non hanno più idea di cosa sia la laicità, proprio perchè, totalmente assuefatti e perennemente proni alla volontà del Vaticano, ritengono "normale", che la scuola italiana riservi uno spazio al suo interno, almeno una volta la settimana alle dottrine religiose.
L'intera questione in realtà è un falso problema, nessuna dottrina spirituale ha l'obbligo di essere insegnata nelle scuole, sia essa cristiana, musulmana, ebraica o taoista, se non al massimo a corredo dell'insegnamento di materie come la storia e la letteratura e non regge assolutamente "la scusa" per cui, l'isegnamento della religione cattolica sia indispensabile per il semplice motivo che da sempre, tale confessione religiosa, è parte integrante della nazione italiana.
Una battaglia politica, quella per la difesa della laicità dello Stato, spesso bistrattata, considerata di poco peso e importanza ma invece fondamentale per la crescita di un paese come il nostro,
pericolosamente arretrato rispetto al resto del mondo libero, nei diritti individuali della persona, sempre ostaggio della presenza del Vaticano, spettro che aleggia sopra la vita degli italiani, da sempre, e che attraverso i patti lateranensi prima e con l'istituzione dell'otto per mille poi, da sempre condiziona tacitamente le sorti dei cittadini della nazione.
Ma oggi che l'Italia come il resto del pianeta, sta diventando una babele culturale e multirazziale, lo Stato pontificio si sente minacciato proprio in "casa sua", "aggredito" dall'esterno dalle fedi religiose dei numerosi immigrati che varcano le soglie dei confini italiani.
A questo proposito, un papa ultraconservatore come Joseph Ratzinger, sta iniziando una controffensiva contro i principali "nemici" della sovranità vaticana e, grazie alle varie organizzazioni para-vaticane, allarga "l'occupazione" di queste, in tutti i punti di controllo fondamentali della nazione, tanto che, sicuro della propria posizione entro i confini italiani, estende il suo attacco anche a livello europeo.
Sono proprio di ieri pomeriggio le parole che il pontefice elargisce verso la comunistà europea, gettando un occhio goloso, verso lo statuto dell'UE, parole che affermano come "l'Europa" sia indiscutibilmente a radice cristiana.
"Le radici cristiane dell'Europa sono una realta', non un tentativo della Chiesa di ottenere uno statuto di privilegio- e ancora - "l'ispirazione profondamente cristiana dei Padri fondatori dell'Unione', che la Chiesa 'desidera manifestare' sottolineando che ''la base dei suoi valori proviene principalmente dall'eredita' cristiana. L'Unione Europea, insiste il Pontefice, difenda la vita, l'ambiente e la famiglia tradizionale".
Ma se probabilmente a livello sovranazionale, l'unione dei paesi europei, ha in buona parte gli anticorpi giusti per difendere lo stato di diritto, nel nostro paese ciò sembra ancora oggi una cosa impossibile.
Non c'è poi, da essere fiduciosi sul futuro, quando si pensa che i principali leader politici dei due partiti più grandi della nazione, vengono o appartengono tutti in qualche maniera a organizzazioni e partiti politici vicini alle posizioni del Vaticano.
Chi salverà l'Italia dall'occupazione vaticana?
Probabilmente nessuno.
martedì 20 ottobre 2009
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