A un giorno di distanza dalla trasmissione di ieri di Michele Santoro, con ospite la chiaccheratissima escort, Patrizia D'addario, vengono fuori alcuni spunti di riflessione.
Inutile partire dai cannovacci scritti sui giornali di oggi, troppo scontati.
Chi da addosso a Santoro, chi a Berlusconi, i temi sono i soliti, in uno scambio di stoccate velleitarie tra una testata e l'altra.
Personalmente credo che la presenza della escort più famosa d'Italia, alla trasmissione di Santoro, abbia solo nociuto.
Mai infatti, si era vista una puntata di Anno zero, cosi caotica e confusionaria, per colpa (o grazie, dipende da che punto di vista politico si guarda la scena) anche degli ospiti, su tutti il giornalista cane da guardia del premier Maurizio Belpietro e il vicedirettore del Giornale, testata di famiglia di Berlusconi, Nicola Porro.
E se tra un'accusa e l'altra da parte di Emiliano (Sindaco di Bari, PD) al PDL, di Belpietro a Emiliano, di Porro alla D'addario e così via, la trasmissione scorre veloce ma senza scossoni e il vero prigioniero è proprio lo spettatore.
Nel calderone dello scambio di accuse, tutto pare uguale, (in effetti nella ex giunta pugliese, notare le differenze di comportamento tra PD e PDL non è facile..), quel che sfugge è proprio il nodo centrale della trasmissione.
Ovvero l'etica morale di un personaggio pubblico, a maggior ragione, se sovraesposto ai media e titolare di un'incarico importante come quello di presidente del consiglio.
Invece si intervistano le "amichette" di Tarantini, parla la D'addario e si finisce in un grottesco appello personale che quest'ultima rivolge a Emiliano, nella speranza di poter vedere sbloccati i propri progetti edilizi.
All'interno della trasmissione, oltre la fumosa bagarre con conseguente gara a chi vocia più forte, colui che pare passarsela meglio; sembra proprio l'Innominato di Arcore, non presente fisicamente ma chiaccherato come non mai.
Come al solito, gli sgherri di Berlusconi, cercano di ridimensionare la portata degli eventi, banalizzando le dichiarazioni delle varie "allegre signorine", facendole apparire o come semplici "lavoratrici", o come tremende profittatrici, seminatrici di trappole per ottenere qualcosa in cambio, come nel caso della D'addario.
Berlusconi diventa come al solito, l'incarnazione dell'Italia di oggi, un'Italia, "gossippara", caciarona, in cui l'uomo, il maschio, è sempre giustificato nei comportamenti anche meno qualificanti, perchè "guascone", vittima innocente dei suoi naturali bassi istinti.
Un'Italia che lui stesso ha contribuito a creare, con le sue televisioni private nei primi anni ottanta, una televisione, mondo artificioso parallelo, dove entrare a tutti i costi, con tutti i mezzi, un mondo di ammiccamenti, corpi esposti, sesso subliminale.
Un mondo politico, quello di Berlusconi; in cui le candidature nelle amministrazioni, alle elezioni, o nei rami parlamentari sono "ricompense" in seguito a prestazioni sessuali.
In barba alla meritocrazia, alla militanza, al lavoro, alla competenza, al sacrificio.
Anno zero, ieri sera purtroppo non ha perforato questa crosta di superficialità, ma si è impantanato in un asfittico scambio di accuse tra parti politiche avverse, per molti versi, però indistinguibili.
Ovvero, proprio quello che vuole il premier, dimostrare una volta per tutte, che anche "l'opposizione" non è esente da ombre ma anzi è la faccia inversa di una stessa medaglia, in cui l'originale conio, è lui.
Purtroppo se dovessi dare un giudizio imparziale e fossi uno spettatore ingenuo, all'oscuro della storia di Silvio Berlusconi, come imprenditore e politico, devo ammettere che sarei in difficoltà, in base a quanto detto solo nella trasmissione di ieri, nel dover giudicare il personaggio.
Il messaggio che è passato è che la privacy di Berlusconi in qualche modo è stata violata, che "l'utilizzatore finale" era ed è sì, fedifrago ed erotomane, ma inconsapevole di chi gli fosse stato presentato e poi, in fondo, dai...lo fanno tutti...
Si è sminuito insomma, ancora una volta, il ruolo vero della politica, quel ruolo di gestione imparziale e superiore dello Stato che impone ad un politico di essere un esempio positivo perennemente visibile e sotto giudizio della gente, perchè rappresentante e depositario di una serie di valori fondativi della nazione.
Accentuando così, ancora di più il divario tra l'Italia di oggi e il resto del mondo politico, in cui uno scandalo di questo tipo avrebbe portato semplicemente (e sopratutto rapidamente) alle dimissioni del presidente del consiglio.
Berlusconi ne esce ancora una volta "riabilitato" e intoccabile, rafforzando così l'immagine di perseguitato che lui stesso si cuce addosso.
Probabilmente, per mia modesta opinione, forse sarebbe stato meglio investire meno nello scoop giornalistico e più nella riflessione sui valori della Repubblica, valori che a quanto pare, Berlusconi, potrà continuare a calpestare ancora.
Per lungo tempo.
venerdì 2 ottobre 2009
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