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mercoledì 8 aprile 2009

Il Piano Casa dell'Abruzzo.

Erano giorni che mi circolava quest'idea in mente: cosa sarebbe successo se il tanto decantato "piano casa" del governo Berlusconi (difatto un via libera alla speculazione edilizia del "fai da te") fosse stato varato nel passato e fosse in vigore, che so, da dieci anni?
Probabilmente i danni sarebbero pure peggiori.
Questo dovrebbe farci capire con quanta leggerezza questo governo, si occupa, delle problematiche del nostro paese.
Si procede, come nella miglior tradizione berlusconiana, per "spot".
Tutti sanno cosa "farà"il governo, nessuno sa "come".
Ecco dunque il bisogno di "deregolamentare" la burocrazia, per permettere all'italiano medio, di fare quello che da sempre sogna, quello che gli pare.
Insomma il governo "finge" di fare qualcosa per lo stato, o almeno questo è il feedback che passa a tutti gli italiani, in realtà il governo non fa semplicemente nulla, ma da solo il "via libera" a chi vuole aggirare da sempre le regole.
Uno dei tanti motivi del successo di Berlusconi è proprio questa sua libertà rispetto agli interessi dei piccoli privati, indipendentemente dalle misure adottate, siano condoni edilizi o appunto, deregolamentazioni riguardo l'espansione della superficie abitativa di una casa.
Ho sentito parlare nelle settimane scorse sui vari TG nazionali, dove i soliti "esperti" a gettone e qualche pseudo politico, da sempre galleggiano; di "ristrutturazione di terrazzi", a mo' di "dependance esterna", c'è chi ha avuto pure il coraggio di citare una famosa pubblicità di una compagnia telefonica mobile, quella che "ti da il 20% in più".
Per l'appunto, quasi come il piano casa Berlusconi.
Immaginatevi oggi in un paese che è il più sismico d'europa, dove nell'ultimo secolo si sono verificati almeno quattro grandi terremoti con centinaia di migliai di morti, cosa sarebbe potuto succedere con un provvedimento simile.
Immaginatevi ora il ponte sullo stretto, a precipizio sul mare, situato in una zona particolarmente pericolosa per la sua sismicità, come la Sicilia (terremoto del 1908, circa 80,000 morti), immaginatevi ora le tre tre, quattro, cinque centrali nucleari che il nostro governo vorrebbe in costruzione..di cosa parleremmo oggi?
Il tutto condito dal silenzio penoso degli organi d'informazione televisivi e di stampa, che si lanciano in appassionati racconti, gonfi di drammaticità e ipocrisia, sui morti, i sopravvissuti, senza interrogarsi minimamente su come in questo paese a distanza di anni ci sia sempre una tragedia di massa che si ripete, e allora Perugia, San Giuliano, Sarno, non bastano, ci sarà sempre un dopo, un terremoto, una città che crolla, come l'Aquila.
Quello che non manchera mai sarà il popolino, pronto ad applaudire l'imbonitore di turno, sempre reattivo con una soluzione a portata di mano.
Pare che per nemmeno una tragedia riesca a far riflettere l'Italia.
Che ne sono certo, sarà sicuramente in villeggiatura ai monti o al mare per le vacanze pasquali, magari farà anche due chiacchere con qualche sfollato abruzzese, che il "grande capo", ha invitato "ad andare negli alberghi sulla costa".
Chissà chi pagherà la retta dell'albergo...
Probabilmente i soliti che hanno già "pagato" per il terremoto.

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