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mercoledì 9 settembre 2009

La Gelmini e le Brioche..o forse le briciole?

Oggi, in seguito alle violente proteste dei giorni scorsi da parte dei precari della scuola, che hanno manifestato davanti al ministero e in altri luoghi romani, il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi una norma che consente di tutelare gli insegnanti precari.
La norma verrà inserita nel decreto legge Ronchi (su questioni ambientali) e interesserà una platea di 12-13 mila docenti che fino allo scorso anno hanno avuto supplenze annuali.
Coloro che hanno diritto all'indennità di disoccupazione - ha spiegato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, in una conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri - potranno avere una via preferenziale per rimanere all'interno della scuola, attraverso le supplenze brevi, e potranno essere coinvolti in progetti educativi: contro la dispersione scolastica, il sostegno ai soggetti più deboli, o per l'orientamento. Sarà, inoltre, possibile siglare accordi con le Regioni che potranno partecipare anche in maniera finanziaria all'attuazione di questi progetti. Il progetto sarà valido soltanto per quest'anno. "Per il prossimo prevediamo - ha assicurato il ministro - che questo tipo di problemi non ci sia più".
Insomma, se il pane non c'è più...
E diamogli le brioche! No anzi, le briciole.
Personalmente mi domando quali e come saranno questi progetti educativi di cui il ministro parla, vista la disastrata situazione economica della scuola italiana e di molti comuni e province della nostra penisola.
Con quali soldi si attueranno questi progetti?
Con i soldi di chi sopratutto?
Delle regioni? Del ministero?
Non direi, dato che proprio la nostra cara Mariastella è stata l'emblema di un prospetto terrificante di riforme&tagli, che nell'autunno scorso ha dato vita ad una delle mobilitazioni studentesche più grandi in Italia dai tempi del 1968.
Le bugie, ma anche le promesse evidentemente nel nostro paese, hanno le gambe corte e non ci vuole molto per capire che tali dichiarazioni a mezzo stampa non sono altro che tentativi mediatici di distensione tra le controparti, ma che ahimè, riportate alla realtà hanno basi davvero poco concrete.
La protesta di sindacati e precari però non si placa, ma continua con spettacolari forme di protesta, tra cui quella dell'"accampaggio" davanti alle sedi istituzionali dell'istruzione.
E' infatti da ieri che nella capitale, in viale Trastevere, davanti al ministero dell'istruzione, è nata la divertente protesta dei precari che con alcuni presidi pro tempore, con alternanza di persone in maniera continuativa, hanno dato vita a simpatici siparietti in cui si inneggiava a San Precario e si dileggiava Beata Ignoranza (la stessa ministro, in mise da madonna su un cartellone) tra un sit-in e un barbecue per calmare la fame.
Intanto i sindacati battibeccano l'un l'altro tra chi rivendica le proprie posizioni e si sente giustamente escluso dal tavolo delle trattative (Cobas, comitati dei precari stessi) e chi si dice contrario alle misure del governo, ma al tavolo delle trattative è seduto, come CGIL o addirittura di CSIL ("un passo avanti quello del governo" - dice addirittura l'attuale segretario, Bonanni).
Anche tra alcuni dei manifestanti si raccolgono dichiarazioni di diffidenza e sconcerto verso "i sindacati concertativi", che a detta loro "stanno decidendo del nostro futuro in gran segreto", facendo gli interessi di chi in realtà non si sente direttamente interpellato nelle trattative, ma solamente preso in causa.
Quel che è sicuro è che le misure approntate dal governo sono sicuramente insufficienti e non a caso si limitano solo ad un anno di "ammortizzamento", tra indennità di disoccupazione e chiamate lavorative per supplenze brevi, (invero solo per chi ha più di 50 anni, in tal caso le misure si riducono non più a 12 ma ad 8 mesi) e che lasciano i docenti comunque nella solita condizione di precarietà perenne in cui si trovavano già prima.
Insomma precari prima, ancora più precari adesso, praticamente a chiamata.
Tutto con la benedizione di Beata Ignoranza.

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