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domenica 20 settembre 2009

Il Sonno della Ragione. Brunetta e la sinistra.

Il sonno della ragione genera mostri.
Recita così un vecchio modo di dire, scaturito da una splendida intuizione verbale del pittore spagnolo Francisco Goya.
Oggi non può che calzare a pennello, per definire le dichiarazioni del ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta.
Il nostro, dal palco del convegno del PDL, in quel luogo disastrato, popolato dal proletariato, che è Cortina D'Ampezzo, ha pensato bene, di fare dichiarazioni contro quella parte politica che genericamente in Italia viene definita "sinistra".
Brunetta, nonostante gli stessi militanti della "sinistra" siano in crisi di identità, ne trova addirittura due, "la sinistra per male" e "la sinistra per bene".
Immagino che, dopo uno sforzo immane come quello che il ministro deve aver fatto per trovare queste due calzanti definizioni, di una profondità intellettuale da premio Nobel, si sia seduto ansimante su una sedia o si sia appoggiato allo stremo delle forze ad un leggio o ad un tavolo.
E se alla "sinistra per bene" chiede di recuperare gli ideali "di una volta" (quali di grazia, dato che il "capo", Berlusconi vede "comunisti" da tutte le parti?) a quella "per male", che "combatte per far cadere il governo e non vede la crisi economica, ma anzi, prepara il colpo di stato", chiede semplicemente di "andare a morire ammazzata".
A chi si riferisse il ministro, in chiaro stato confusionale, nessuno lo sa, è difficile anche solo immaginarlo.
Quello che più preoccupa, aldilà di queste dichiarazioni, che al massimo si possono definire stupidamente puerili, per l'inconsistenza intellettuale del contenuto, è lo stato in cui versa il nostro paese di fronte ai media nazionali e sopratutto internazionali.
Non si capisce più dove termini il limite tra l'etica che dovrebbe appartenere obbligatoriamente ad un ruolo istituzionale e le sbracature verbali da Bar Sport.
In un governo come quello italiano, che pare più il Circo Barnum che un organo esecutivo democraticamente eletto ormai; Brunetta si conferma degno rappresentante di una rosa di elementi tragicomici, tra soubrette, vallette, presentatori, puttanieri e servi del "capo".
Lui, terrore "dei fannulloni" insegue la categoria anche fuori dai limiti statali e parastatali e si scaglia anche contro a quelle "elite" che dall'alto dei poteri forti combattono per dare "spallate" al governo, quelle "elite di merda" (ha detto davvero così) che si annidano nelle sfere delle "rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali".
Da elettore di "sinistra" (qualsiasi cosa voglia dire oggi), ci sarebbe di che essere confortati, secondo Berlusconi, Brunetta e co. infatti, l'Italia sarebbe un paese popolato da comunisti, cattocomunisti, sinistre buone, cattive, parlamentari, extra, insomma, roba da far impallidire il blocco sovietico della guerra fredda.
L'impressione è che ahimè, in un parlamento senza opposizione parlamentare, con il partito maggiore della "sinistra" che aspetta ancora il proprio congresso, immobilizzato in uno scontro fratricida e le briciole dei partitini extraparlamentari spettatori inermi di uno spettacolo che li riguarda sempre meno, le dichiarazioni del mini-ministro servano al solito scopo, distogliere l'attenzione dai problemi in cui naviga il "capo supremo", Silvio Berlusconi.
Ad oggi l'unica consolazione vera che può avere l'elettorato di "centro sinistra", unico prigioniero, lui sì davvero, delle "elite" di cui parla Brunetta.

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