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giovedì 3 settembre 2009

La campagna d'Inverno di Silvio Berlusconi.

Il nostro affezionatissimo novello Napoleone ne tira fuori un'altra delle sue.
Dopo essere stato nuovamente nell'occhio del ciclone la settimana passata per via delle "fatidiche dieci domande" di Repubblica, a cui lui si è ben guardato dal rispondere (non sarebbe la cosa migliore da fare per chiudere la bocca ai detrattori?), dopo la bagarre fatta dal suo giornalista di regime (riabilitato con il ritorno a casa dopo l'esilio forzato sulle pagine di quella mondezza che è Libero) Vittorio aka "le sparo a casaccio e senza fonte certa" Feltri, con l'Avvenire (che pena Silvio! Ossequi sempre alla grande "V" di Vaticano), ora si vendica a partire cronologicamente dall'Unità.
Già perchè il nostro presidente del consiglio, deve aver scartabellato la sua agenda nera con relativa lista del medesimo colore in cui evidentemente si segna "le sparate" dell'opposizione, deve essersi ricordato dei vari articoli "del tempo delle escort", e di conseguenza ha pensato bene di querelare il suddetto giornale a partire dalla direttrice.
Berlusconi chiede due milioni all'Unità, nonché una pena pecuniaria di 200.000 euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, le giornaliste Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, l'opinionista Maria Novella Oppo e la scrittrice Silvia Ballestra.
Ma non era lo stallone di Arcore, il mago della pastiglia blu, un estimatore delle donne?
Evidentemente solo di quelle che la bocca se non occupate in altre attività orali, la tengono ben chiusa e magari annuiscono al loro sommo padrone.
Di per se la notizia nemmeno mi schermisce più di tanto, ormai l'Unità come quotidiano vale ben poco, è il bollettino del PD, di cui tesse le lodi senza vederne le falle, e ora che elementi validi come Padellaro e Travaglio non vi scrivono più sopra (chissà come mai, forse troppo critici?) ha perso ai miei occhi anche quel poco di appeal che aveva.
La cosa grave è l'attacco che il magnifico fa alla libertà d'informazione tutta, questa volta in maniera diretta e senza mezzi termini.
Dopo l'amicizia con il dittatore libico Gheddafi, evidentemente ne ha scopiazzato i metodi.
E ha pensato bene di passare dalle parole ai fatti, querelando chi non la pensa come lui.
La domanda di oggi è, quanto potrà spingersi oltre se nessuno lo ferma?
Pian piano il nostro premier avanza verso il limite, verso il punto di non ritorno.
Se anche Gianfranco Fini (in maniera assai intelligente e assolutamente interessata, non illudetevi) commenta negativamente il coinquilino di partito, beh, c'è davvero da preoccuparsi.
L'impressione è che sia solo l'inizio, che l'inverno sarà duro per chi, come tanti non condividono la politica di Berlusconi.
La campagna d'inverno di mister B. è già cominciata ed è in veloce avanzamento, c'è solo da augurarsi che il nostro novello Napoleone Bonaparte, faccia la stessa fine di quello vero, trovi anch'esso un "generale Inverno" che lo possa battere, prima che l'Italia diventi realmente quello a cui sta sempre più assomigliando, un regime dove vige un uomo solo al comando, autoincoronatosi, unico e solo padrone assoluto.
Siete pronti a diventare sudditi?

2 commenti:

  1. Posto io per lui...da e-mail:

    Non sono daccordo con la requisitoria anti-l'Unità, è aspra e inadatta al momento; testata, redazione, donne -tutti dovevano essere difesi; uniti contro il tombeur d'escort; poi si discute e si litiga, una volta tolto di mezzo l'ostacolo, su quali modelli e politiche investire energie...

    --
    p.fattori

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  2. E rispondo:

    Può darsi tu abbia ragione, ma è più forte di me, non riesco a non essere velenoso.
    E' un mio grosso difetto, in molti mi hanno fatto (su argomenti diversi, ovviamente) critiche come la tua.
    Però ho un mio punto di vista che credo, scarnificato da tutto, sia condivisibile e difficilmente criticabile.
    Ed è questo, l'immobilismo della politica non belligerante, a-critica, fedele, per cause di forza maggiore (la "vittoria finale" del partito prima e il mito dell'unità a tutti i costi, l'antiberlusconismo, l'unità a sinistra poi) produce alla fine mostri bipolari.
    E l'Unità ne è un classico esempio, Concita di Gregorio non sarà mai Padellaro ne Furio Colombo, e domandiamoci perchè sia stata di fatto inserita a forza (con una destituzione di fatto del precedente direttore) nel giornale "bollettino PD" per antonomasia.
    Quasi un insulto il fatto che ancora ci si ostini a vederlo come il giornale fondato "da Antonio Gramsci".
    Il succo comunque è che Berlusconi si è spinto troppo oltre.
    Ma non basta a colmare la mia naturale diffidenza verso ciò che è troppo ovvio.
    A me PD e PDL paiono due partiti di una stessa radice politico-autoreferenzialista che giocano ad un "ping pong" in cui è divertente "ribattersi al mittente le varie polemiche politiche".
    Senza usufrutto alcuno che la creazione di una politica bipolare in Italia di stampo anglosassone.
    In cui non mi rivedro mai.
    L'Unità pericolosamente comincia ad assomigliare al Giornale, cioè ad un monolitico foglio in cui non solo fa (ovviamente) la cronaca del partito politico che rappresenta, ma si concentra su tanti ambiti tutti finemente "filtrati", tutti ambiti che si guardano bene argomento per argomento dal poter anche lievemente ispirare critica al sommo "partito".
    Ed è divertente vedere come, vicini ad un congresso epocale del PD, i vari redattori facciano i salti mortali per fingere imparzialità di fronte ai tre diversi canditati alla segreteria.

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