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lunedì 28 dicembre 2009

Emiliano candidato in Puglia. Vendola scaricato dal PD.


La notizia era nell'aria da molti mesi e si è palesata nei giorni scorsi attraverso l'investitura ufficiale del Partito Democratico nei confronti di Michele Emiliano, attuale sindaco di Bari candidato del PD alle prossime regionali di marzo in Puglia.
Una conferma che svela in maniera brusca la solita natura egemone del PD, un partito che appena può non indugia certo nel forzare i modi ed i toni, non appena ritiene di avere in mano il potere.
Una situazione senza dubbio delicata in Puglia, patria anche, dell'attuale governatore pugliese Nichi Vendola, ex dirigente del PRC e attuale leader in evidenza del "movimento" di Sinistra Ecologia e Libertà, neonato agglomerato, successivo a Sinistra e Libertà, vista la defezione del partito dei Verdi nell'alleanza di sinistra.
Vendola infatti è sempre molto ben visto, nonostante le varie vicissitudini riguardo lo scandalo della sanità pugliese, da un grande numero di elettori di sinistra sia in regione che fuori, sopratutto da molti elettori meridionali, che sedotti dall'indubbio fascino e carisma del dirigente di SEL, vedono incarnata in lui l'immagine dell'uomo nuovo oltre il PD.
In realtà, Vendola, da navigatissimo politico qual'è ha già capito la situazione e non tarda a correre ai ripari, ben sapendo che difficilmente servirà a qualcosa contro il fronte granitico del Partito Democratico.
Unica strada per il governatore pugliese appare quella delle primarie all'interno del centro sinistra pugliese in cui opporsi nella corsa, ad Emiliano.
Le invoca fin da subito quindi, come unica "strada democratica" per decidere il candidato alla regione.
Sappiamo bene però quanto spesso il PD abbia una visione "distorta" dell'uso di questo metodo spesso più populista che democratico.
Se ne fa largo uso quando si ha la certezza come ad esempio in Toscana, di far vincere i propri candidati a mani basse, se ne rivendica un po' meno (come ha già fatto capire Emiliano) l'uso quando invece la situazione potrebbe essere incerta come appunto in Puglia.
Quel che è sicuro,  nel caso poi si ricorra veramente al metodo delle primarie, è il livello dello scontro, già duro e che pare abbia ben poco a che fare con la "democrazia dal basso" quanto invece con quella delle alte sfere e dei centri di potere.
Uno scontro dal punto di vista politico molto interessante, visto che i due contendenti sono entrambi forti e trasversali politicamente in diversi ambienti "decisivi" per la vittoria finale, come ad esempio quelli vicino all'area cattolica, in cui sopratutto Vendola è molto forte.
La decisione quindi di re-impastare la giunta con diversi nomi dell'UDC di Vendola, al posto di ex politici del PD, è stata senz'altro una chiave di volta che ha messo allo scoperto lo stesso governatore pugliese che evidentemente credeva di avere maggiore sostegno nel PD, dalla corrente D'Alema/Latorre, che invece lo ha repentinamente scaricato a fine novembre (inciucio con il PDL?), aprendo una "falla" nei confronti dei rapporti con il Partito Democratico ora quasi completamente interrotti.
Emiliano incassa il favore del suo partito e dell'IDV, Vendola mendica l'appoggio degli ex (?) fratelli coltelli del PRC di Ferrero e della Federazione della Sinistra e intanto guarda preoccupato all'UDC che sembra in questo caso il vero ago della bilancia, in grado di far pendere la tenzone dall'una o l'altra parte.
Un UDC che pericolosamente (per Vendola) guarda, non solo al PD, ma anche al PDL,  in un ribaltone politico che avrebbe del clamoroso visti i rapporti tesi Casini-Berlusconi, ma si sa, territorialmente la politica è altra cosa rispetto alle "posizioni nazionali".
La sensazione è che le due forze maggiori, PD e PDL, stiano pian piano eliminando i "piccoli" dalla contesa e che il terreno pugliese sia semplicemente un'area di trattativa in cui discutere tra le due forze, che presumibilmente si confronteranno nei propri rapporti di forza.
Non stupirebbe quindi un nome di secondo piano nella corsa a governatore nell'atto di "aiutare" Emiliano a vincere la corsa alla presidenza, da parte del PDL, al posto dell'ovvio Raffaele Fitto.
Tutto dipenderà da come, a livello nazionale, si svolgerà l'intricata questione delle "riforme" che già fanno gridare all'"inciucio".
La sensazione è che l'unico a rimetterci davvero, sarà il governatore uscente Vendola, stritolato, dai rapporti di forza che in questi anni è stato incapace di gestire con il Partito Democratico, finendone fagocitato.
Una china discendente che nasce dallo strappo degli stessi vendoliani in fase di congresso nel PRC, un congresso che ha sparpagliato nuovemente le carte a sinistra del PD, ma non ha rafforzato nessuno dei partitini della sinistra ormai extraparlamentare, e l'isolamento attuale dello stesso governatore pugliese, aggiunge rammarico ad una scissione definita da alcuni degli attuali dirigenti di Rifondazione Comunista, "di troppo".

3 commenti:

  1. Come al solito a rimetterci saranno gli elettori pugliesi...questo pd non ha futuro e a quanto pare nemmeno presente.

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  2. Vedendo poi quel che è successo all'assemblea convocata ieri a Bari(che Liberazione oggi, giustamente definisce "Psicodramma") è ancora più chiaro.
    Il PD, nei metodi non è diverso dal vecchio PCI, pur non avendo la stessa forza per incidere nei problemi reali, in casi come questi la cosa si vede ancora di più.
    Il PD è semplicemente il Partito dei Dirigenti...e il sacrificio di Vendola così probabilmente come quello di Emiliano, se continua questo clima, è solo frutto di tatticismi nei confronti dell'UDC e del PDL...
    Il dubbio che tutte e tre le forze abbiano la mano nella stessa ciotola (acquedotto pugliese?) è sempre meno un dubbio...

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  3. già viene sempre più da chiedersi quando si ritornerà a parlare di contenuti e non di poltrone... pd un partito di dirigenti che non vogliono lasciare la poltrona.
    un saluto

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