Gian Antonio Stella, pluricelebrato autore e giornalista del Corriere della Sera, nonchè editorialista, già conosciuto per il famosissimo "La Casta" (scritto con S.Rizzo), ha scritto questo libro, nell'ormai datato 2003.
Libro, che se non ricordo male ha ripreso il titolo da alcuni manifesti della Lega, in cui barconi pieni di immigrati che campeggiavano nella foto, venivano per l'appunto appellati con la parola dispregiativa "orda".
Un libro che, inutile dirlo, non ha minimamente sentito il peso degli anni, anzi, paradossalmente è più attuale oggi di quando è stato scritto, in quanto la Lega ha subito un'ascesa proprio negli ultimi tempi, portandosi dietro uno strascico razzista, di cui anche in questi giorni sono piene le pagine dei giornali e i servizi dei Tg.
Tanto che, il testo è stato pure aggiornato, in successive edizioni e ristampe, segno evidente di come, il problema dell'immigrazione sia sempre più d'attualità e i dati e le analisi riguardo il fenomeno siano assolutamente feconde.
Il libro, come vedete dall'immagine accanto, si chiama appunto "L'orda", con il sottotitolo "quando gli albanesi eravamo noi".
Un sottotitolo che fa immediatamente capire una cosa, quanto sia labile l'odio etnico nel nostro paese e sia spesso frutto di accanimento contro un flusso migratorio in particolare, fino al momento che questo, integratosi, non lascia spazio ad un altro, più nuovo e "di moda", nelle cronache della stampa.
Evidenziando un fatto talmente palese da sembrare stupido, ovvero che ogni nuova "ondata" d'immigrati porta con se un'insieme di persone di tutti i tipi, che prima dell'integrazione, per colpa anche di situazioni di vita ai margini, tende facilmente a comparire nella cronaca (non solo con fatti eclatanti) per fatti di varia delinquenza, fino a che, stabilizzandosi, "sparisca", come già detto, dall'attenzione dei media.
Dai primi anni in cui sulle nostre spiagge arrivarono i primi "vu cumprà", marocchini e nord africani, c'è stato tutto un susseguirsi di nazionalità che hanno avuto ribalta, per poi lasciare spazio ad altre; polacchi, cinesi, albanesi, cingalesi, rumeni, o etnie come ad esempio gli zingari Rom.
Nel mezzo di questi flussi una serie di episodi più o meno gravi di razzismo, violenza e sopratutto disinformazione.
Che il bravo Stella con la consueta calma e pacatezza sfuma, analizza, dipana, corregge.
Chi direbbe infatti, oggi, che la regione italiana con più emigrati dalla fine del 1800 fino agli anni 50 del 900, è stata, più di tutte il "padano" Veneto, del profondo Nord Est?
Un vero e proprio paradosso storico.
Uno dei tanti che dimorano all'interno del libro, suscitando più di una sorpresa e anche un sorriso.
Così, i "druidi" padani, diventano per austriaci e svizzeri, "mangiapolenta", "bocia", "tsscing" (dal rumore delle monete, riferito alla grande frequenza di lavoro minorile, degli emigranti e quindi all'interesse solo per i soldi delle famiglie che mandavano a lavorare i numerosi figli).
Così come si può scoprire che i luoghi comuni, sugli immigrati sono uguali indistintamente oggi come ieri e fanno leva sugli istinti più bassi e corporali degli aborigeni.
"Mendicanti per professione e per piacere", "assassini dopo due bicchieri", "la popolazione più sporca che sia mai esistita", "indesiderabili da bloccare, firmato Ku Klux Klan", "rubano il lavoro", "parassiti, vogliono cacciare gli australiani", sono solo alcuni dei "complimenti" riservati all'italiano emigrato, meridionale o "padano" che fosse, quando gli emigranti eravamo noi.
Americani, Austriaci, Svizzeri, Australiani etc. tutti concordi su una cosa sola, l'italiano era un parassita mangia-spaghetti (o polenta!), puzzava d'aglio ed era capace di uccidere anche per due lire con lo "stiletto che hanno sempre in tasca".
Non che poi, verso quest'ultima "qualità", quella del coltello facile (da lì l'appellativo "dagoes" da daga), avessero proprio tutti i torti, altro argomento che sfata, secondo i dati, il concetto di aumento della criminalità nel nostro paese per colpa dell'immigrazione. Infatti dal 1991 (anno della prima grande ondata di immigrati) ad oggi, pare impossibile, ma il tasso d'omicidi ad esempio, è addirittura diminuito.
Nel 1881, ad esempio, il tasso di omicidi era addirittura dodici volte maggiore ad oggi e addirittura negli anni del vent'ennio fascista solo a Roma, (immaginando che in certe cifre non figurassero le morti politiche, sicuramente omesse dal regime), gli omicidi erano addirittura 1801 di media contro i "soli" 700 di oggi in tutta Italia.
Questo e altro troverete in questo tomo, testo utile a sfatare gli stereotipi di cui il nostro paese oggi è pieno, sopratutto in questi giorni, dopo i fatti di Rosarno.
Un libro utile per capire, nel caso ce ne fosse bisogno, come le parole del ministro Maroni, non siano solo gravi e inumane, ma anche prive di ogni fondamento logico e statistico.
davvero un bel libro per capire.
RispondiEliminaun saluto
sono proprio i tuoi feeds che non funzionano, controlla
RispondiEliminanè atom nè rss
http://feeds.feedburner.com/~u/17194782395720776206
prova a vedere se puoi risolvere.
Comunque, per quanto riguarda il comunista quot. da oggi funziona come vero aggregatore, copi l'inizio del post e metti il link.
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ladytux
Grazie Ernest, gentile come sempre!
RispondiEliminaOk Ladytux, lo immaginavo...
Si, ho visto infatti appena ne ho di nuovo comincio a postare...Grazie comunque.
A presto a tutti e due!