Il consiglio, anche per questo mese è un libro.
Non è assolutamente uno dei tanti, ma a mia modestissima opinione, è un libro che tutti gli italiani, anche alla luce delle polemiche sul crocifisso e sulla laicità dello Stato, rispetto alle gerarchie vaticane, dovrebbero leggere.
Il libro in questione è, "La Questua - Quanto costa la chiesa agli italiani", dell'editorialista di Repubblica Curzio Maltese.
Per dovere intellettuale oltre che di cronaca, va detto che opportunamente poco dopo la pubblicazione del libro (del 2008), il giornale cattolico Avvenire, ha confezionato un opuscolo in cui cerca di confutare alcune critiche e dati del giornalista di Repubblica chiamato "La vera questua", di U Folena.
Rimangono comunque oltre la contesa, alcuni dati inquietanti, uno su tutti quello dell'8 per mille (fonti Cei) in cui si nota come lo Stato italiano, con un'acrobazia degna del miglior trapezista, "elargisce" alla chiesa romana, quella fetta di percentuale dell'IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, ovvero una tassa sul reddito di persone e imprese), per l'appunto l'otto per cento in maniera del tutto anomala per qualsiasi altro stato mondiale.
In altri paesi, anche di tradizione cattolica (come Spagna e Irlanda, scrive Maltese) normalmente il gettito non dichiarato (si perchè l'otto per mille deve essere opportunamente dichiarato barrando su una casella di scelta) rimane allo Stato.
In Italia semplicemente no.
Va all'ente con maggiori preferenze.
Dunque è possibile che un ente religioso come il Vaticano, nonostante abbia solo il 40 per cento delle preferenze rispetto alle altre confessioni religiose (magari pure cristiane, come quella valdese) si prenda quasi tutto il restante gettito fiscale, a danno dell o Stato stesso, uno Stato che non ha nessune interesse a contrastare il clero romano, ma anzi si fa ben volentieri da parte "lasciando" campo libero anche nell'assistenza sanitaria, nella scuola, nella pubblica assistenza, svendendo di fatto il "pubblico" al "privato", della chiesa cattolica.
Ebbene la cifra di cui parliamo non è certo irrisoria, ma supera i confini dell'immaginazione, solo dall'8 per mille il Vaticano ogni anno "prende" dalle nostre tasche, un miliardo (!) di euro.
Senza contare l'esenzione dell'ICI e di altre tasse di proprietà e finanziamenti vari che porterebbero la cifra annuale intorno ad un non quantificabile numero di 4 miliardi e 500 milioni di euro versati o non pagati.
Di questa cifra enorme, solo il 3 per cento in Italia (per l'estero non ci sono dati certi) va alle opere di carità, il resto serve al sostentamento del clero, alle spese di culto, a mantenere l'infinito e non quantificabile patrimonio immobiliare cattolico.
Oltre a questo altre interessanti notizie.
Sapevate che la chiesa cattolica ha una flotta di aerei di linea (la Mistral) tutta sua, per pellegrinaggi in aereo in "top class"?
Oppure che i bellissimi spot dell'8 per mille, appunto, sono fatti dall'agenzia di pubblicità, forse la più importante del mondo, Saatchi e Saatchi?
O anche che lo Ior, la banca vaticana, sia il deposito bancario preferito da evasori e clan mafiosi, per i loro "tesoretti" esentasse?
Bene se questo non vi basta, in questo libro (tra l'altro di sole 172 pag. compreso l'indice), c'è molto di più.
Sintatticamente scritto bene, chiaro e semplice (magari troppo scarno di dati e fonti rispetto ad altri saggi però), lo preferisco di gran lunga ad altri libri del filone ormai tanto popolare, nel nostro ipocrita paese, "di caste" e privilegi vari.
Il libro non scade in atteggiamenti laicisti, lascia stare le battaglie di diritto come quelle sul crocifisso appunto e presenta solo i fatti, spesso citando i dati della stessa Cei.
Se qualcuno guardando gli abiti, le auto, gli edifici lussuosi o le scarpette fatte a mano del pontefice, era ancora convinto che fossero privilegi accettabili, con questo libro fugherà ogni residuo dubbio.
Un libro imperdibile da leggere per capire come l'Italia sia uno "stato occupato" da un altro, quello Vaticano.
venerdì 27 novembre 2009
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