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martedì 20 aprile 2010

Vendola in fuga da SEL. SEL in fuga da se stessa.

Che le cose non andassero per il verso giusto lo si era ampiamente intuito, nelle settimane scorse, quando in risposta al "lancio" delle cosiddette "Fabbriche di Nichi", (i nuovi laboratori progettuali del governatore pugliese Vendola); si erano avute da più parti all'interno di Sinistra Ecologia e Libertà, risposte quasi piccate, da parte dei vari esponenti di punta del partito/movimento.
Sia Claudio Fava che l'ex PRC Alfonso Gianni, fin da subito, mettevano in dubbio la bontà dell'operazione politica del leader pugliese.
Un'operazione che, a margine di un risultato mediocre alle elezioni regionali, dove SEL non ha "sfondato" , ma anzi è stata salvata solo grazie ad un ottimo risultato in Puglia; è stata vista come una pericolosa deriva personalistica, in netta contraddizione con l'avanzamento del progetto SEL; un progetto che ancora sopravvive in forma di movimento, in attesa di un congresso (a dicembre prossimo?) che ne sancisca la definitiva nascita politica.
Una nascita da subito problematica, se si pensa come, proprio il congresso che sarebbe dovuto avvenire nell'estate è stato appunto rimandato a data da destinarsi.
Ma ciò che ha suscitato più sensazione è stato senz'altro lo svolgimento della conferenza programmatica avvenuta sabato scorso a Roma, nello storico Centro Congresso Frentani.
Platea assembleare che fin dall'inizio si è subito riscaldata, grazie proprio all'intervento del "leader maximo" di SEL, Nichi Vendola.
Vendola, che forte della vittoria pugliese, ha ribadito con forza come l'unica accellerazione possibile, sia da fare solo sul sostegno alla propria figura politica.
Il governatore del Tavoliere ha usato parole durissime, come si apprende da un articolo di domenica scorsa su Il Manifesto, dove "Nikita", appella i suoi con un  - "SEL è diventata un partito berlusconiano"- ed ancora " un partito in cui l'unica logica che vince è quella della competizione".
Parole che suonano come un'intenzione, nemmeno così celata di passare ad altro.
Ed ecco che spuntano di nuovo "Le Fabbriche di Nichi", che hanno "tirato la volata" al leader, nelle regionali da poco concluse.
Un progetto, quello delle "Fabbriche", a detta dello stesso Vendola, parallelo a quello di SEL, autonomo e non direttamente collegato a nessun soggetto politico, ma incentrato totalmente sul "personaggio" Nichi Vendola.
Un progetto che rischia seriamente di minare la costruzione di Sinistra Ecologia e Libertà, nella sua forma partito, che perso il suo leader più carismatico e non avendo una piattaforma politica ben definita, avrebbe poco senso d'esistere.
Una piattaforma politica che dovrebbe passare, a sentire Claudio Fava,  dalla forma movimento a quella partito - "E' tempo che SEL non sia più una somma di storie ma diventi stabilmente sostanza politica".
Francamente, sembra davvero sempre più improbabile che ciò accada, quando nemmeno gli stessi dirigenti sono disposti a scommetterci più.
Emblematico poi, che Vendola, abbia declinato un eventuale incarico di segretario di partito.
Se non è la parola fine, poco ci manca.
La fuga da SEL è già cominciata mesi fa con la "fuoriuscita" di PSI e Verdi, e continua con l'abbandono della Belligero (ex PDCI) di poche ore, fa.
La sensazione è che l'unica cosa, che rimane in SEL sia l'elettorato, un elettorato confuso, diviso, spaesato, in ostaggio tra il carisma del suo politico mediaticamente più importante e le sacche residuali degli "ex partiti" aderenti al progetto.
Un progetto nato con l'intento di produrre un salto di qualità alla sinistra del Partito Democratico, ma che ben presto si è reso inefficace per la sua natura subalterna a quest'ultimo, tra accordi improbabili sui territori e incertezze programmatiche.
Con il senno del poi, si potrebbe dire che i tumulti scissionisti prodotti dai fuoriusciti di PRC. PDCI e SD, siano stati l'ennesimo harakiri di una sinistra, sempre più residuale e ininfluente nel panorama politico italiano.
Intanto nella formazione politica affine ad SEL, la Federazione della Sinistra, c'è già lancia un salvagente agli ex compagni, proponendo un processo federativo comune, nel rispetto ognuno delle proprie diversità.
Processo che servirebbe a non disperdere quell'elettorato che suddiviso in due forze politiche, si attesta per ognuna intorno al dato del 3 per cento dei voti a livello nazionale.
Una percentuale che se analizzata nello specifico, ci fa capire come, nonstante SEL si attesti al 3.0 pieno (contro il 2,9 della Federazione) in 9 regioni su 11 sia dietro al progetto politico dei vari Ferrero, Grassi, Diliberto e co. e solo l'ottimo risultato pugliese,  come già detto, salvi un progetto politico in pericolosa caduta libera dalle europee, che senza il dato pugliese si attesterebbe intorno ad un risicato 1,5/1,9 per cento.
Peccato che senza Nichi Vendola, di SEL rimanga ben poco e se è facile auspicare un successo mediatico per il governatore, in odore di candidatura per le politiche 2013 e forte di un buon consenso personale, molto meno roseo è il futuro di SEL stessa, priva di un progetto politico chiaro, e di una collocazione identitaria definita.
Senza Vendola di fatto non esiste SEL.
Per chi vede Nichi Vendola come "la soluzione" alle tribolazioni del centro sinistra italiano, sarà un problema di poco conto, si tratta solo di seguire la scia del suo carisma.
Per tutti gli altri che hanno creduto e ancora credono nel progetto SEL, sopratutto se politici illustri in cerca di un appiglio, pare proprio che debbano farsi una ragione,  della prematura fine di un progetto mai nato e che pare destinato a morire prima addirittura di emettere il suo primo vagito.

5 commenti:

  1. Vendola con le sue "Fabriche" ha stravolto il modo verticistico di fare politica, se si perde la ricchezza di tutte queste nuove esperienze si decreta la morte di SEL.
    vorrei Vendola Presidente Del Consiglio nel 2013
    Alberto

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  2. Caro Alberto, grazie del commento.
    Riguardo a Vendola e al suo modo "non verticistico" di fare politica, ne sei proprio sicuro?
    La "Fabbriche" sono secondo la mia modestissima opinione, il modo più verticistico possibile di fare politica.
    Non esiste nemmeno un "partito", un movimento, ma solo lui, il leader.
    C'è qualcosa di più verticistico di un partito personale?
    Forza Italia, La Casa delle Libertà, il Popolo della Libertà, L'italia dei Valori, cosa sono?
    Sono la stessa cosa.
    La morte di SEL la decreta Vendola, ma sopratutto la miopia degli ex "vertici" di PRC, PDCI, SD, passati in questa formazione politica, non distante dal PD, ma comunque stampella di esso e perciò formazione inutile.
    Vendola semplicemente se n'è accorto è punta al colpo grosso.
    Ho paura inoltre che un Nichi Vendola presidente del consiglio, senza un consenso di massa, ma ostaggio di altri partiti (PD, Idv etc) farebbe la figura mediocre del Bertinotti presidente della Camera.
    Credo che a sinistra di debba ripartire da una riflessione su un modo diverso di fare politica non nella forma, ma nella sostanza.

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  3. Io mi chiedo quando si potrà vedere una sinistra unita!
    Un saluto

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  4. Ehhh caro Ernest...
    Io penso che se prima non facciamo un lavoro di riflessione su alcuni concetti, come socialismo, comunismo e similia, spesso frettolosamente archiviati dalla "modernizzazione" introdotta dai dirigenti ex DS, ora PD, in favore di un consenso anche tra i moderati, non andremo da nessuna parte.
    In questo caso, la vedo proprio come il dirigente del PRC Claudio Grassi, abbiamo buttato sia "l'acqua sporca che il bambino"...
    E' ora di ritornare alla scoperta e alla critica senza preconcetti (e facili scorciatoie) del PCI, il più grande partito comunista, ma sopratutto anticapitalista, (all'epoca) occidentale, di sempre.
    Solo allora potrà nascere qualcosa di nuovo, ma senza le "teste" politiche che ci sono in giro oggi...
    Il PD ha fallito miseramente, le sinistre extraparlamentari sono residuali (anche per colpa di personaggi come Vendola), l'Idv è un soggetto politico di destra liberale, che oggi grazie a Berlusconi ha consenso anche a sinistra...
    In Italia dobbiamo mirare a costruire un soggetto sul modello tedesco della Linke, molto semplice da vedere, molto difficile da praticare per via delle "caste di partito"...
    Il leaderismo alla Vendola, a mio avviso, non aiuta questo processo

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  5. Ottimo articolo, grazie compagni.
    Saluti dai Comunisti di Bruxelles!

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