La notizia, che si è rincorsa più volte in questi giorni, è finalmente arrivata.
Con l'ufficialità del Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama.
Il nemico dei nemici, il primo della lista nera degli USA, il terrorista superpericoloso, è finalmente morto.
Come e quando, è difficile stabilirlo.
Sul web, come spesso accade, una rete intricata di informazioni, stringe sui legacci, rendendo difficile dipanare la matassa della Verità.
Foto del presunto cadavere prima pubblicate, poi smentite, poi "superate" da altre più recenti, confondono ancora di più la scena.
Sullo sfondo a fare da eco le dichiarazioni dei "leaders" mondiali ed italiani che commentano l'accaduto.
E' un coro di retorica e frasi ridondanti, dove l'enfasi funge da cosmesi per le parole - tanto banali quanto agghiaccianti - a commento dell'accaduto.
Ha dichiarato a caldo Berlusconi, è "un grande risultato nella lotta contro il Male"; "E’ una vittoria del Bene contro il Male", ha esultato Frattini.
Bersani, che non si è distinto dagli avversari politici, per "profondità" di dichiarazioni, si è congratulato con il governo e il popolo americano per la fine del "Principe della barbarie e della guerra fra civiltà". Barack Obama, si è limitato a dire, più semplicemente "giustizia è fatta".
Ciò che sfugge a tutti è il modo a cui si è arrivati all'uccisione del Nemico numero uno, ovvero senza un regolare processo, in cui giudicare "l'imputato".
La maniera, molto "yankee", di vendicare il torto subito attraverso l'uso della forza e col ricorso all'uccisione tramite arma da fuoco, fa a pugni con il ruolo che da sempre è assegnato agli USA; quello di "arbitro" dello "schacchiere" geopolitico mondiale.
Insomma "i Buoni", non hanno bisogno di spiegare perchè e come hanno distrutto "i Cattivi".
L'Asse del Male è crollato finalmente, sotto i colpi della democrazia in salsa americana, manco fosse il finale di un film di John Wayne.
Il "blitz", però, in cui sarebbe avvenuto il tutto, ha ben poco di scenografico e molto in comune con la squallida vita reale, seppure di un terrorista milionario.
Niente grotte, ne inseguimenti tra le montagne di Pakistan o Afghanistan, ma soltanto un'incursione in una villa-fortino, alla presenza della numerosa famiglia del defunto.
Il resto, la colluttazione, il numero dei morti, il corpo, l'identificazione o quant'altro, è tutto avvolto nel più assoluto mistero.
"Omissis", riserbo, silenzio, come la scia di un pennarello nero, sui tanti documenti desecretati, in questi anni dalla nazione a stelle e strisce.
"Omissis", riserbo, silenzio, come la scia di un pennarello nero, sui tanti documenti desecretati, in questi anni dalla nazione a stelle e strisce.
Si parla di un cadavere, ma senza nessuna foto, come di altri morti nella probabile colluttazione, così come si parla di una frettolosa rimozione del corpo, addirittura "seppellito" in fondo all'oceano onde evitare un possibile luogo di culto su una eventuale tomba sulla terraferma.
Eppure di altri pericolosi nemici si è visto tutto e di più, come in una sorta di insano reality, basti pensare alla morte di Saddam Hussein, accompagnato dalle telecamere fin sul patibolo e poi, rilanciato nell'etere, dai media di tutto il mondo.
Perchè?
Perchè il fantasma di tutti i fantasmi, l'ombra più nera, il personaggio più criptico, nemmeno in punto di morte, nemmeno quando, scovato dai suoi inseguitori, senza scampo, è divenuto segno tangibile?
Perchè proprio gli USA che da sempre hanno avuto il piacere di esporre i propri "trofei" di guerra, loro che hanno enfatizzato attraverso le immagini i valichi storici più importanti, perchè proprio la nazione che si premurò di mostrare il rivoluzionario Ernesto "Che" Guevara morto, in una sorta di macabro avvertimento, hanno deciso di stendere una sorta di "velo pietoso" su un così tanto odiato nemico?
Probabilmente questa domanda non troverà mai risposta, così come non sapremo mai esattamente come si è svolto il blitz, quante persone vi hanno preso parte, se e come i familiari dello sceicco sono stati coinvolti, dove sia stato realmente seppellito (o inabissato?) il corpo.
Ma non è l'unica domanda che rimarrà disattesa.
Ancora oggi risultano nascosti i motivi per cui lo "sceicco del Terrore", figlio di una delle famiglie più ricche in assoluto della Terra, presenti attraverso partecipazioni azionarie e holding, nelle società multinazionali più potenti e importanti del mondo avrebbe dovuto attaccare gli Stati Uniti in nome della "Guerra Santa".
Così come non si capiscono gli intrecci tra due famiglie di potenti del petrolio, la famiglia Bush e quella appunto dei Bin Laden, da sempre partner e poi ad inizio millennio curiosamente contrapposte in opposti estremismi.
Così come rimane difficile capire perchè, siano stati accomunati due leader diversi, se non proprio opposti, come il "laico" Saddam Hussein e il "fondamentalista" Osama Bin Laden agli occhi degli Stati Uniti, tanto da proseguire la "lotta contro l'Asse del Male" anche in Iraq, quando in realtà non c'è mai stata nessuna connessione politica o ideologica tra i due capi.
Quello che invece si palesa, in tutta la sua ipocrita carica contraddittoria è il giudizio perentorio dell'Occidente contro l'Oriente islamico.
In uno scontro di "fondamentalismi" ideologico religiosi, come maschere, si intravedono evidenti secondi fini di natura economica.
Allora, la battaglia degli USA e dei loro alleati contro il medio oriente, non può che essere la lotta tra il Bene ed il Male, dei Buoni contro i Cattivi, della Giustizia e della Libertà, contro la chiusura mentale del mondo islamico.
Non può esserci risposta dunque, che violenta, per l'attacco dell'undici settembre 2001, anche se questa - nella stessa maniera in cui gli attacchi terroristici hanno coinvolto persone innocenti - ha portato a "danni collaterali" tra i civili di Afghanistan ed Iraq causando centinaia di migliaia di morti, distruzione e povertà in maniera ugualmente distruttiva e barbarica.
Quale "ratio" dunque a dividere i Buoni dai Cattivi?
Quale differenza tra opposti estremismi?
Se Bin Laden è morto veramente, se fosse un terrorista, o un pazzo squilibrato o una agente della CIA, come vorrebbero le teorie della "cospirazione", non lo sapremo probabilmente mai.
Ciò che rimane, sullo sfondo, è il campo, quello sì, reale e concreto, di uno scontro tra civiltà, che non può che acuire profondamente le differenze e le rivalse, così come l'odio tra il mondo occidentale, cristiano, in mano ai "falchi" USA e quello medio-orientale, islamico, degli sceicchi del petrolio e della "Sharia" integralista.
Un confronto tra versioni diverse, diametralmente opposte, in apparenza del mondo.
La sensazione invece è che al vertice dei "due mondi", vi siano le stesse persone, il solito modo di pensare, i medesimi interessi, che hanno l'unico fine di creare uno "scontro tra civiltà", come apparente motivo di giustificazione per una base popolare, come al solito all'oscuro di trame ordite sopra le proprie teste.
Osama Bin Laden è morto, sì, forse, probabilmente.
Sicuramente non è morto il "fondamentalismo", espediente classico per il raggiungimento dei propri fini (spesso economici) delle plutocrazie.
Probabilmente questa domanda non troverà mai risposta, così come non sapremo mai esattamente come si è svolto il blitz, quante persone vi hanno preso parte, se e come i familiari dello sceicco sono stati coinvolti, dove sia stato realmente seppellito (o inabissato?) il corpo.
Ma non è l'unica domanda che rimarrà disattesa.
Ancora oggi risultano nascosti i motivi per cui lo "sceicco del Terrore", figlio di una delle famiglie più ricche in assoluto della Terra, presenti attraverso partecipazioni azionarie e holding, nelle società multinazionali più potenti e importanti del mondo avrebbe dovuto attaccare gli Stati Uniti in nome della "Guerra Santa".
Così come non si capiscono gli intrecci tra due famiglie di potenti del petrolio, la famiglia Bush e quella appunto dei Bin Laden, da sempre partner e poi ad inizio millennio curiosamente contrapposte in opposti estremismi.
Così come rimane difficile capire perchè, siano stati accomunati due leader diversi, se non proprio opposti, come il "laico" Saddam Hussein e il "fondamentalista" Osama Bin Laden agli occhi degli Stati Uniti, tanto da proseguire la "lotta contro l'Asse del Male" anche in Iraq, quando in realtà non c'è mai stata nessuna connessione politica o ideologica tra i due capi.
Quello che invece si palesa, in tutta la sua ipocrita carica contraddittoria è il giudizio perentorio dell'Occidente contro l'Oriente islamico.
In uno scontro di "fondamentalismi" ideologico religiosi, come maschere, si intravedono evidenti secondi fini di natura economica.
Allora, la battaglia degli USA e dei loro alleati contro il medio oriente, non può che essere la lotta tra il Bene ed il Male, dei Buoni contro i Cattivi, della Giustizia e della Libertà, contro la chiusura mentale del mondo islamico.
Non può esserci risposta dunque, che violenta, per l'attacco dell'undici settembre 2001, anche se questa - nella stessa maniera in cui gli attacchi terroristici hanno coinvolto persone innocenti - ha portato a "danni collaterali" tra i civili di Afghanistan ed Iraq causando centinaia di migliaia di morti, distruzione e povertà in maniera ugualmente distruttiva e barbarica.
Quale "ratio" dunque a dividere i Buoni dai Cattivi?
Quale differenza tra opposti estremismi?
Se Bin Laden è morto veramente, se fosse un terrorista, o un pazzo squilibrato o una agente della CIA, come vorrebbero le teorie della "cospirazione", non lo sapremo probabilmente mai.
Ciò che rimane, sullo sfondo, è il campo, quello sì, reale e concreto, di uno scontro tra civiltà, che non può che acuire profondamente le differenze e le rivalse, così come l'odio tra il mondo occidentale, cristiano, in mano ai "falchi" USA e quello medio-orientale, islamico, degli sceicchi del petrolio e della "Sharia" integralista.
Un confronto tra versioni diverse, diametralmente opposte, in apparenza del mondo.
La sensazione invece è che al vertice dei "due mondi", vi siano le stesse persone, il solito modo di pensare, i medesimi interessi, che hanno l'unico fine di creare uno "scontro tra civiltà", come apparente motivo di giustificazione per una base popolare, come al solito all'oscuro di trame ordite sopra le proprie teste.
Osama Bin Laden è morto, sì, forse, probabilmente.
Sicuramente non è morto il "fondamentalismo", espediente classico per il raggiungimento dei propri fini (spesso economici) delle plutocrazie.
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