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domenica 24 aprile 2011

La democrazia diversa di Vittorio Arrigoni.

Questo, è il blog di Vittorio Arrigoni:

http://guerrillaradio.iobloggo.com/ 

Uno spazio vuoto semplicemente perchè, il suo creatore è stato ucciso, da dei "sedicenti terroristi" islamici la notte del 14 o 15 aprile.
Fa molta impressione vedere che, lo spazio, regolarmente aggiornato da Vittorio, rechi impressa nel counter dei post, la data proprio del 14 aprile.
Pare una sorta di macabro epitaffio, un pezzo interrotto di vita, un anello di catena spezzato tra un "prima" e un "dopo" che non ci sarà mai, sperso in quell'infinito fiume di informazioni che è la rete di Internet.
Vittorio Arrigoni, pacifista italiano di trentacinque anni, collaboratore de Il Manifesto e di Peacereporter, noto per essere diventato tristemente famoso - in relazione all'operazione Piombo Fuso, di Israele - nel 2004 proprio grazie alla nascita del suo blog, era diventato, proprio perchè puntiglioso e puntuale, nel riferire quanto accadeva nella "striscia" di Gaza, "persona non gradita" in Israele e inserito nella "lista nera" dello stato ebraico.
Uno stato che attraverso le proprie forze militari, si era più volte "scontrato" con Arrigoni, "complice" di denunciare le brutali repressioni di Israele nei confronti dei palestinesi, arrivando addirittura a ridurlo in fin di vita nel 2008, quando dopo l'incarcerazione e le torture fu selvaggiamente picchiato e "rilasciato" oltre il confine giordano, prima di essere salvato da un gruppo di militari giordani.
La morte di Arrigoni ancora avvolta nel mistero, arriva in un momento in cui, l'opinone pubblica mondiale è concentrata da mesi sulle "rivoluzioni del medio-oriente", sui "ribelli" egiziani, tunisini, sui movimenti anti-Gheddafi, sul tumulto giovanile che sta spazzando le coste del sud del Mediterraneo.
Peccato che da anni, sempre in medio-oriente, sempre nel Mediterraneo, ci sia un popolo che lotta per la sua legittimazione, per esistere e non contro un despota o tiranno, impersonificato da un leader un po' paludato, ma contro uno stato in cui, i politici e i governanti sono democraticamente eletti e verso cui, nessuna forza esterna si permetterebbe mai d'intervenire militarmente.
Questo stato è Israele.
Questo è il concetto di "democrazia" attraverso l'epoca del pensiero unico, momento storico in cui, dittatori e governanti "democratici" si confondono, a seconda dell'appoggio e della considerazione degli organi di potere internazionali.
Allora grazie ad Arrigoni si scopre che la repressione brutale può accadere anche se non è Gheddafi o Saddam Hussein ad infierire sulla popolazione civile inerme, o ancora, si scopre che i muri, i ghetti non sono stati solo scenari della DDR o dell'est europeo yiddish; le deportazioni non sono solo opera dei nazisti nei confronti del popolo ebraico; si scopre che mezzo secolo dopo l'Olocausto, proprio il popolo di Sion non ha imparato niente dalla propria tragedia e ha la memoria terribilmente corta.
Tutto questo nel quasi totale silenzio dei media occidentali.
Un silenzio che Vittorio aveva osato squarciare, attraverso la rete, attraverso i video su Youtube, anche se, ahimè, non aveva mai avuto la "notorietà" sui grandi media, allo stesso modo di alcuni "giovani ribelli" libici, quegli stessi giovani verso cui, Vittorio, non aveva mancato di  esprimere, da subito la propria solidarietà.
Le labili informazioni di questi giorni, che si sono intensificate solo dopo la morte, confermano ancora una volta come esista, anche nel "libero" mondo occidentale, un restrittivo "filtro" alle notizie scomode e alle personalità non gradite, come era Vittorio.
Quello stesso mondo occidentale che mobilità le star di Hollywood per la liberazione del Tibet, o che si scaglia contro la Cina antidemocratica, o contro la mefitica Cuba, si guarda bene di fare lo stesso con Israele, lo stato del Mossad e delle frangie politiche più estremiste di tutta la destra politica mondiale.
Qui, il silenzio cala come una coltre nera, come una benda, una benda simile a quella che aveva Vittorio Arrigoni nel video in cui si chiedeva il prezzo della sua liberazione.
Quasi uno sgarbo, simbolico a chi, gli occhi, lì ha sempre avuti ben aperti.
Vi lascio riflettere, su questo video, pubblicato proprio da Arrigoni, in riposta ad un "certo" Roberto Saviano, personalità intellettuale (?) del nostro paese e  incensato "vate" dei giorni nostri.
Se sui casalesi il nostro ci vede bene, su Israele e libertà nello stato ebraico, la vista gli si offusca un pochino...

http://www.youtube.com/watch?v=NBgI_QWgXaI

Un saluto a Vittorio Arrigoni, che come unica colpa ha avuto quella di pensare all'umanità, in maniera diversa.
Il quotidiano "Libero" ha titolato "Lasciatelò là", in risposta al veto imposto dalla famiglia Arrigoni di far passare la salma attraverso lo stato d'Israele.
Ma sì, lasciamolo là, dove è stato amato, dove, l'ipocrisia del mondo occidentale si scontra con la brutale realtà giornaliera di un pulizia etnica permanente, dove cadono tutti i veli mediatici e la vita vera si rivela cruda, in tutta la sua terribile e bellissima umanità.
Se nonostante tutto, Restiamo umani, caro Vittorio,  è anche grazie a te.

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