Il Sansonettigiornalismo colpisce ancora.
Non contento di aver osteggiato per mesi la nuova segreteria del PRC, di aver condotto il giornale di partito, Liberazione, come disomogeneo organo di una sola mozione in tempi di congresso, non contento di proclamare la sua "estraneità ai finanziamenti pubblici" per il suo nuovo giornale, (peccato poi sia ben distribuito da Mondadori), il nostro affezionatissimo "ciuffo" della sinistra ne spara un'altra delle sue.
Vendola leader del Partito Democratico.
Avete letto bene, se non fosse perchè l'ha detto proprio lui sul suo giornale e poi in un'intervista al "Foglio" di Ferrara, si potrebbe pensare ad una burla della rete.
Invece no, tutto vero.
E nonostante lo sgomento di parte della dirigenza di SeL, a partire dagli ex PRC come Migliore e Giordano, l'ipotesi in se non pare così improbabile.
Vendola ancora non ha detto la sua, impelagato in ben altri problemi con la sua giunta pugliese, ma questa di Sansonetti, pare proprio una "mini confessione", rispetto all'obbiettivo finale del progetto di Sinistra e Libertà.
Che se poteva apparire un cartello elettorale con molte contraddizioni al suo interno, ad oggi, traspare essenzialmente per quello che è: un insieme di dirigenti di partito riciclati.
Ritengo personalmente questa dichiarazione terribile, di una superficialità enorme per quello che rappresenta, le dichiarazioni di Sansonetti picconano qualsiasi intenzione di progetto e tradiscono l'intento di un gruppo di leader di partito, che non è di ampio respiro, che è vacuo, che può essere scosso da dichiarazioni di questo tipo, senza colpo ferire.
Come se si potesse giocare con un milione di persone che ti hanno votato, così, in tutta leggerezza, dicendogli che si "scusate, ci siamo sbagliati, il bipolarismo ha vinto e voi ci avete votato inutilmente".
Sinistra e Libertà e mi auguro che si possa comprendere la durezza delle mie parole, era e rimane un progetto (ammesso che si possa pensare che ce ne fosse uno al suo interno) inutile.
Non è alternativa, non è autonomia, non è diversità e di fronte alle dichiarazioni del buon Piero, nemmeno tentativo di "condizionamento".
Sansonetti invita ad entrare un milione di persone, di fatto nel PD.
Per seguire il lìder maximo, Nichi.
A che pro?
Nessuno lo sa, almeno non lo si capisce se lo si vede dal punto di vista dell'elttorato.
E la campagna elettorale di SeL, in cui sedicenti ex elettori "pentiti" del PD, dichiaravano con toni liberatori di votare altro per l'inizio di una "sinistra nuova"?
Già roba vecchia.
Si capisce così anche il no alla lista anticapitalista di PRC,PDCI e Socialismo2000 di qualche settimana fa sul tema della federazione della sinistra.
Non si vive in SeL se manca il principale interlocutore, il Partito Democratico.
Che seppure non se la passi bene, pare l'unico in grado di decidere delle sorti del partito di Vendola, Fava e della Francescato.
Quindi in fondo in fondo il ragionamento di Sansonetti ha un senso, se non si vive senza PD, perchè indugiare ad entrarvi dentro?
Sono convinto che molti dei dirigenti di SeL aldilà delle dichiarazioni di facciata, ci stiano pensando, al momento in una fase di stasi per paura di disperdersi al suo interno se non supportati da una forte corrente, anche minoritaria, che appunto sarebbe rappresentata da Vendola.
Il problema è, chi avrà il coraggio di dirlo agli elettori?
lunedì 6 luglio 2009
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che devo dire....
RispondiEliminaalmeno si faccia pagare!
In che senso??
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