"Non ce la faccio più!!Ho un Grillo per la testa..ho un Grillo per la testa..."
Questo il simpatico "jingle" che ci accompagna nel momento in cui decidiamo di fare tappa sul blog del comico più famoso d'Italia e di accedere ad un video.
Questo l'incubo in forma sonora che circola da settimane nelle orecchie e nelle menti dei leader del PD.
Da quando cioè, il simpatico comico genovese, ha deciso provocatoriamente di candidarsi a segretario del PD per le primarie autunnali, ormai vicine.
Da lì in poi, tutta una serie di detonazioni all'interno del partito Democratico e dell'opinione pubblica.
Chi si dice contrario, chi stoppa la candidatura per impossibilità statutarie, chi per ovvie ragioni "morali", chi gli apre le porte nel tentativo di togliere terreno sotto i piedi ai candidati concorrenti.
Quel che è certo, è il caos e perdonate l'espressione quasi antitetica.
Il PD, non è un partito, e semmai lo fosse, non è certo "democratico".
Le arrampicate sugli specchi per stoppare la candidatura del comico, sono apparse come reazioni inconsulte provocate da un'attacco di panico collettivo.
Di fatto non c'è nessun motivo valido per rifiutare la tessera a Grillo.
Lo statuto stesso del PD lo chiarisce, nel senso, che non c'è nessun cavillo che lo impedisce.
Ora, tesserarsi in un partito (e ve lo dice uno che in un partito, ci milita da anni), non è certo cosa difficile, anzi.
Basti vedere come sempre, verso un congresso, più o meno in tutti i partiti ogni capopopolo, si porti dietro le sue "truppe cammellate".
A Castellammare di Stabia, ahinoi, da sempre (anche nello scorso congresso di Rifondazione purtroppo è successo così, che siano i soliti?) un gruppo folto di persone si sposta magicamente in un partito "X" e vota per questo o quel candidato.
Quindi da ciò si evince, come tesserarsi sia piuttosto semplice.
Non si capisce quindi perchè non si possa tesserare Grillo, o meglio perchè Grillo da tesserato, non possa correre come leader alle primarie.
Ma il punto è un altro.
Grillo non è stupido.
Sapeva benissimo che non l'avrebbero mai fatto candidare.
Quindi perchè provarci?
Perchè non creare da subito un proprio partito?
Molto probabilmente perchè Grillo sa benissimo come sia più semplice la vita da comico che da politico.
E i risultati delle liste delle "stelline" in tutta Italia, delle varie liste civiche dei "grillini", lo confermano.
A mio modo di vedere è stata semplicemente un'azione strumentale, anche perchè vista la scadenza a ridosso del tempo utile per presentare la candidatura, risulta assai difficile capire perchè il buon Beppe non si sia mosso prima.
Ovvio, perchè Grillo voleva solo aprire la solita "falla" nel PD.
Peccato che oltre all'antipolitica, bisognerebbe anche cercare ogni tanto, di fare politica.
Questo credo sia uno dei più grossi limiti del grande comunicatore Grillo.
Se non fosse in Italia, lui, come lo stesso Di Pietro, sarebbe molto meno popolare e incisivo.
Il rischio è quello di essere si molto famosi, ma sostanzialmente inutili.
Ecco il limite dell'antipolitica sulla politica.
In un paese di ipocriti poi, diventare famosi è molto più facile che portare poi voti a casa.
Grillo strilla, ma non cambia le coscienze e la sua manovra strumentale ne ha purtroppo per lui, delineato tutti i limiti.
Grillo vuol cambiare le cose?
Che faccia politica allora.
Inutile ridere del cadavere del Partito (Anti)Democratico, quando poi si cerca si saltare sul suo carro...
Quello che sgomenta è il vuoto che c'è a sinistra, se il PD ormai non è più definibile come partito di tale emiciclo parlamentare, a distruggere quel poco che ne resta ci pensano appunto personaggi "trasversali" come Grillo o Di Pietro, che nascosti dietro un'aurea di apparente nuovismo, sparano a zero sulla "casta", sui politici e sulla politica in se stessa.
Peccato che però all'elettorato di destra questo faccia poco impressione, mentre al contrario faccia "fuggire" verso l'astensionismo il popolo della sinistra "diffusa", per usare un concetto tanto di moda adesso.
Paradossalmente insomma, l'approccio distruttivo, distrugge solo una parte politica, quella che dovrebbe fare dell'antagonismo a Berlusconi.
E la polemica Grillo-PD non può che apparire come l'ennesima lotta "fratricida" a sinistra di Mister B. e se da un alto posso dare ragione al comico, da un altro nutro seri dubbi sulla bontà e il disinteresse reale per questo tipo di azione...
Insomma Beppe, non si discosta molto dalla casta che attacca violentemente, parla, parla, ma poi concretamente fa ben poco e certi documenti che cominciano a circolare in rete, vedi l'intervista mai fatta (chissà perchè poi?) con il giornalista dell'Espresso, Alessandro Gilioli, su alcuni modi da "divo" del comico geneovese, tanto simili alle "primedonne della politica", fanno un po' pensare...
mercoledì 22 luglio 2009
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