Pare proprio che l'alternativa alla supremazia della "destra" in tutta Europa non esista ad oggi.
La crisi non aiuta, come invece si potrebbe pensare. i critici del capitalismo e nemmeno i socialisti moderati.
In tutto il continente europeo spira un vento di chiusura e paura dell'altro, del diverso, dell'immigrato.
La crisi del lavoro, la precarietà del futuro, rafforzano sentimenti di autoconservazione, brutali e primitivi.
In Gran Bretagna, Spagna, Italia, la sinistra perde vistosamente voti, negli altri paesi, come Germania o Francia, si limitano i danni.
Guardando l'Italia la situazione assume addirittura contorni paradossali, un potenziale 7% viene disperso per i soliti intrighi tra forze di una stessa radice politca.
Non è mia intenzione fare una disamina delle colpe o di chi sia o meno l'affossatore della sinistra extraparlamentare, ma invece analizzare con chiarezza e scrupolo, quello che a parer mio non è un risultato negativo.
Certamente, l'obbiettivo non è stato raggiunto, i rimborsi (importanti per chi non percepisce niente essendo fuori anche dalle istituzioni italiane) non arriveranno, ma la debacle della Sinistra Arcobaleno è alle spalle, un buon 3% è tornato a votare un'alternativa al PD sia più radicale o più moderata.
Si è chiarito inoltre come, una semplice fusione porti a risultati pessimi, mentre è auspicabile dare il giusto ascolto alle differenze di ognuno, in un processo federativo.
La Linke in Germania insegna.
Solo così si potrà dare voce a una massa di circa tre milioni di persone in Italia che oggi non ha voce ne tantomeno alternativa.
Le dichiarazioni di questi giorni, di vari dirigenti dei due partiti di sinistra (Sinistra e Libertà e PRC/PDCI) lasciano presupporre un cammino verso un percorso unitario in vista delle regionali del prossimo anno.
Se dalla sponda comunista è già partito un appello e un progetto di coordinamento per "l'aggregazione delle sinistre d'alternativa", dal fronte di Sinistra e Libertà per adesso tutto tace.
I problemi lì sono di ordine politico, le tre forze al suo interno, non hanno comune idea per adesso sul progetto e dovranno superare il fatto di essere un "cartello elettorale" per non disperdere il 3,1% acquisito che se fosse smembrato in tre non sarebbe certo di nessuna utilità.
I mesi a venire saranno decisivi, la sinistra in Italia, non se la passa certo bene, ma non è nemmeno morta, ha bisogno però di un progetto di più ampio respiro.
A fare da ago della bilancia però, la posizione delle due liste nei confronti del Partito Democratico, forse lo scoglio più grande da superare, prima di poter parlare di nuovo di unità a delle forze della sinistra.
venerdì 12 giugno 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento