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martedì 9 febbraio 2010

Di Pietro? Pochi passi avanti, mille indietro.

Et voilà!
La politica colpisce ancora.
Cade, mediaticamente,  anche la credibilità di uno dei pochi baluardi politici che compongono quella sorta di girone dantesco che, ahimè, è oggi il parlamento italiano.
L'autogol, di quelli clamorosi, che farebbe rabbrividire qualsiasi difensore, lo ha commesso nello scorso fine settimana, Antonio Di Pietro; campo da gioco, il congresso del proprio partito, l'Italia dei Valori.
Valori che adesso paiono sempre meno chiari rispetto invece alla logica, opportunistica, che il padre padrone del partito ha scelto, evidentemente di portare avanti.
A che pro, adesso è difficile dirlo, dato che il successo della lista politica dell'ex magistrato, deriva, derivava, da un'opposizione dura e intransigente non solo a Berlusconi, ma al "berlusconismo", quel modo di fare politica, paramafioso, interessato e fondato sulle alleanze politiche di convenienza.
Un sistema in questi anni, denunciato a gran voce dal populismo di "Tonino", che forte della sua esperienza di ex simbolo di Mani Pulite, si ergeva a unico e sempre più solo, paladino della Giustizia, con la "g" maiuscola.
Non solo un concetto in senso lato, ma anche un collegamento più o meno diretto tra il proprio partito e la magistratura italiana, giustamente difesa dagli attacchi delle truppe dei "berluscones".
Un intreccio così stretto da far si che nelle sue file trovasse posto addirittura l'ex sostituto procuratore del tribunale di Catanzaro, Luigi De Magistris, tanto famoso per le indagini su alcuni scandali della politica italiana, tra cui la celebre inchiesta denominata "Why not", in cui hanno figurato nomi eccellenti del panorama politico.
Tutto dissolto?
Pare di sì, un lavoro di credibilità durato anni, cancellato in un secondo dall'ovazione ricevuta dal pluri inquisito Francesco De Luca, il nuovo candidato del PD e del "centrosinistra" in Campania che intervenuto al convegno del partito veniva accolto e "discolpato, da un fragoroso battimani "imbeccato ad arte" dalla dirigenza di partito, come nel più scontato dei copioni.
Un nome, quello di De Luca che messo a confronto con l'uscente Bassolino, riesce nel difficile compito di dimostrarsi peggiore, non solo in simpatia.
L'attuale sindaco di Salerno infatti, ha una serie di imputazioni a suo carico che fanno impallidire appunto il povero Bassolino,  è stato infatti (leggo dal blog Voglioscendere di Travaglio, Gomez, Corrias) rinviato a giudizio due volte per truffa allo Stato, associazione a delinquere, concussione e falso, che per un capolavoro di magia d'alta scuola, è riuscito a convertire con una manovra apparentemente fatta per salvare dei lavoratori di un'azienda (in ottima salute tra l'altro) e permettere loro di usufruire della cassa integrazione, in una speculazione a tutto tondo con riconversione di terreni agricoli in terreni edificabili, fondi neri, favoreggiamento di persona (Grieco ndr, suo amico) e chi più ne ha più ne metta.
Per i particolari vi lascio al link del blog, poco sopra.
Come sia allora possibile che un "duro e puro" come Di Pietro abbia accettato di sostenere il "mefitico" De Luca, quando solo poche settimane fa definiva il suo nome inaccettabile -  "Ci auguriamo che questa scelta isolazionista venga rivista - dice il leader dell’Idv - e che il Pd faccia un gesto di responsabilità e disponibilità nei confronti della coalizione, ritirando questa proposta di candidatura" - per bocca sua?
Semplice, "è la politica bellezza", potremmo dire parafrasando il titolo di un libro celebre di Giorgio Bocca e una ancor più celebre battuta di Humprey Bogart.
Quella stessa politica che in Italia, mischia obbiettivi e potere, alleanze e fini politici, interessi pubblici con interessi privati.
Ecco che allora l'opposizione tanto invocata diviene un peso, "d'opposizione si muore!" vocia adesso il buon "Tonino", fino ad arrivare in un escalation incredibile a prospettare una fantascientifica "fusione" con il PD in un futuro remoto, quello stesso PD che fino a pochi mesi fa, veniva quotidianamente scavalcato "a sinistra" dall'IDV perchè ritenuto troppo moderato nei confronti dell'arcinemico, Berlusconi.
Una posizione, quella di un polo "a sinistra del PD", paventata proprio da De Magistris e la sua minoranza che guardavano con favore alla Federazione della Sinistra di Ferrero e co. e a Sinistra Ecologia e Libertà, in un asse "esterno" al Partito Democratico.
Un De Magistris addirittura "ripreso" da Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera, per la propria immaturità politica - "da parte di un dirigente che aspira a ruoli di grande responsabilità politica ci si aspetterebbe l'impegno per il miglior risultato possibile enon una polemica" - discorso che la dice lunga sulla posizione all'interno del partito sempre più marginalizzata dell'ex procuratore.
Ma il "No B-Day"? Il popolo "viola"? L'opposizione intransigente ad una "certa politica", dove sono finiti?
Tutto archiviato, la "piazza" diviene adesso solo "sterile protesta".
Sedotto dal governismo del Partito Democratico, dalle teorie di Bersani (anch'esso indirettamente coinvolto, in quanto all'epoca ministro, nell'affaire De Luca/Grieco), Antonio Di Pietro smarrisce se stesso, spiazzando i suoi più quotati sostenitori, da Travaglio a Beppe Grillo che non possono fare a meno di criticarlo e chiedergli un precipitoso "ripensamento".
Anche la "sinistra" si spacca rendendo sempre più difficile la convergenza tra Federazione della Sinistra e Sinistra Ecologia e Libertà, agglomerato quest'ultimo, che ha subito dato l'assenso "all'operazione De Luca", in Campania, facendo vacillare il sostegno al governatore uscente Vendola, che pare sempre più uno "sticker" appiccicato per abbellire la cosmesi di un'immagine sbiadita del partito, sopra ai peggiori accordi in varie regioni con candidati impresentabili come nel caso di Penati o appunto in ultimo De Luca.
Vacilla la "sinistra", vacilla sopratutto e più gravemente, la base dell'Italia dei Valori, superficialmente coesa, ma sotto sotto sconcertata da una decisione che, in maniera del tutto autolesionista, potrebbe determinare per la prima volta un pericoloso arretramento del partito di Antonio Di Pietro.
Un partito che pare ormai uguale a tutti gli altri, svuotato dell'unica su peculiarità, il "giustizialismo", un partito in cui "i valori" sono solo un effigie su un simbolo, da declinare nel concreto della "sporca politica" a seconda della propria cruda convenienza.

6 commenti:

  1. come dire fai il salto e viene da questa parte anche tu, il vortice pd-pdl sembra proprio investire tutti... ci rimane de magistris, forse.
    saluti

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  2. Spero proprio in lui, da ex elettore PCI, (parole sue) sarebbe magnifico se si avvicinasse alla Federazione della Sinistra, unico soggetto alternativo, seppur con qualche difetto, che avrebbe bisogno della sua credibilità mediatica...
    Ma la vedo assai improbabile..

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  3. Non sono d'accordo nemmeno io con Di Pietro che accetta la candidadura di de Luca se è questa la svolta del partito di Di Pietro sono sicuro che perderà paracchio di ciò che aveva conquistato in questi anni.

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  4. Leggendo l'articolo "Di Pietro, pochi passi avanti, MILLE indietro", mi vien da pensare proprio a quella parola "MILLE"... In effetti in esso articolo si parla di UN passo indietro; e gli altri 999?
    Inoltre, mi vengono alla mente le parole di Gesù Cristo e dei suoi apostoli quando i discepoli inciamparono su alcune affermazioni del Maestro e lo abbandonarono; rivoltosi ai Dodici, chiese loro se anch'essi avrebbero voluto lasciarlo ricevendo la risposta: "Dove andremo... Solo tu hai parole di vita eterna!" E così chiedo all'autore dell'articolo: "DOVE ANDRAI? DA QUELL'ACCOZZAGLIA DI DELINQUENTI CON MILLE E MILLE DIMOSTRAZIONI DI PALESE DISAMORE PER LA LEGALITÀ? Accomodati: c'è posto anche per te!

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  5. Non mi sposterò, dato che non ho mai votato e mai voterò il destrorso Antonio Di Pietro.
    Che già si sbugiarda per quello che è, la nemesi di Berlusconi, il suo controaltare.
    Sono di questi giorni infatti, le manovre affabulatorie del buon Tonino che invece di rispondere ad un appello unitario su alcuni temi fondamentali che presto saranno referendum (da parte anche di alcuni aderenti al suo stesso partito, come De Magistris), decide di proseguire per la sua strada mono partitica, evidentemente interessato molto più al consenso che all'effettivo risultato di battaglie concrete.
    Le proteste che arrivano sulla testa del padre padrone dell'Idv, vengono non solo dai partitini della sinistra radicale, ma appunto dall'interno del suo stesso partito e da comitati e associazioni del tutto esterne ad ogni partito politico, come nel caso del Forum dell'acqua.
    La posizione dell'ex magistrato infatti, proprio sul tema della ripubblicizzazione dell'acqua è piuttosto ambigua (per non dire avversa, viva Acea!) e simile a quella dell'inutile Partito Democratico....
    Votare Di Pietro per non votare direttamente per il PD, è una buona soluzione per la coscienza, un po' meno per l'Italia, orfana di un grande partito di sinistra.
    Riguardo i passi indietro, beh, personalmente non basta urlare tutti i giorni contro il "grande nemico" o "la casta politica" quando poi si appoggia il candidato, indagato (e pure perdente...) De Luca.
    Eccoli i mille passi indietro.
    Se n'è accorto anche Travaglio, che all'"amico" Antonio, non ha (giustamente, per coerenza) risparmiato critiche velenosissime...
    Chissà, forse anche lui, sarà in procinto di passare al "lato oscuro della forza"?

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  6. Altra risposta che ho dato e che qui posto dalla pagina Facebook del Blog.
    Qui la discussione completa:

    http://it-it.facebook.com/pages/InControcorrente/124616286524?ref=ts


    Caro sig. Sciuto, ma cosa si è fumato?
    Lungi da me essere sedotto dall'"Unto" di Arcore...ma poi dove, in quale mio post, del blog, lo direi o si potrebbe pensare cosa simile?
    Basta scorrere le tag a nome Berlusconi, o Pdl, per vedere e leggere (cosa importante per capire le opinioni della gente) cosa penso.
    Ma da lì a non criticare le incongruenze che ci sono anche in Antonio Di Pietro ce ne corre.
    Anche solo per amore della verità dei fatti, l'unica incontrovertibile....
    Lei parla di ambiente, di nucleare, ma è proprio sicuro che la posizione del liberal- democratico Di Pietro sia nettamente contraria?
    Che pensa invece, di un altro problema dirimente del mondo e dell'Italia oggi, come il lavoro il sig. Di Pietro?
    Siamo sicuri che sia proprio contro la precarietà, contro la legge 30?
    Come mai sull'acqua intesa come bene pubblico non accetta un confronto referendario esteso a tutti i partiti/associazioni che lo potrebbero sostenere?
    Forse perchè sotto sotto ha le stesse posizioni del Partito Democratico e di Acea?
    Di Pietro non è certo Berlusconi, ma con lui divide il culto della personalità e il populismo.
    Tanto che gestisce l'Idv come Berlusconi gestisce Forza Italia, lo chieda a De Magistris...
    Infatti in Campania impone De Luca, in Calabria Loiero, lui, il giustizialista.
    Non sono queste, "falle" di non poco conto?
    Per voi elettori dell'Italia dei Valori, dovrebbero, per quanto mi riguarda mi limito a guardare e ad analizzare i fatti, la realtà delle cose.
    La realtà è che Di Pietro nonostante le tante e giuste battaglie contro Berlusconi e il berlusconismo ha accettato di sostenere la candidatura di due indagati.
    Poi la metta pure come vuole e giustifichi la sua coscienza come meglio crede.
    Criticare Di Pietro, non vuole dire automaticamente passare al fronte opposto (anche perchè proprio opposto non è, Di Pietro è uomo di destra), probabilmente per lei non è facile vedere oltre la figura del suo Eroe.
    Su una cosa Sciuto siamo d'accordo, il tempo rivela la realtà, vedremo cosa sarà Di Pietro quando non esisterà più Berlusconi.
    Riguardo le depravazioni (Fascismo? Nazismo??!) a cui io mi dovrei ispirare(! ) caro Sciuto, può leggerle in alto a sinistra (per l'appunto..) tra le citazioni che il mio blog ospita.
    Troverà le parole di Antonio...Gramsci.
    Facciamo così, le si tenga il "suo" Antonio, che io mi tengo il "mio", a cui sono ben felice di continuare ad ispirarmi...

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