Eccolo er piacione de casa nostra!
Er Ciocoria, lui l'uomo che ha cambiato più casacche politiche che squadre di calcio Vieri...
Elogio del trasformismo all'italiana, alla faccia di De Pretis.
Prima Radicale, poi Verde ambientalista, dal 2001 poco prima del giubileo si converte alla fede democristiana, abbandonando il moderatismo laico per un cattolicesimo integralista!
Lui che nell'88 distribuiva preservativi davanti alle scuole di Roma, ora si sente minacciato dalle leggi sul testamento biologico.
Folgorato dalla fede...
"Rilanciamo la nostra proposta accolta ieri dai compagni socialisti per un miglioramento della legge sull'aborto e per andare con un fronte laico compatto allo scontro con le forze clericali.
In caso contrario,la divisione non potrà che portare a una clamorosa rivincita delle forze sconfitte dal referendum sul divorzio." (Agenzia ANSA, 7 febbraio 1981)
Bello eh?
Da non crederci.
Ora, però ne lancio un'altra:
"Il saluto romano l'ho fatto una volta, al cimitero del Verano, 15 anni fa, il 28 ottobre, per la commemorazione dei morti della marcia su Roma. Dal punto di vista igienico è meglio della stretta di mano. Mi tocca stringere centinaia di mani, sudate, calde, sporche. E al Sud addirittura il bacio. Il saluto romano è più pulito. Dovrebbero imporlo le ASL, per evitare contagi."
(Sette, 10 maggio 2002)
Di chi è questo popò di capolavoro?
venerdì 29 maggio 2009
venerdì 22 maggio 2009
Indovina chi l'ha detto? Soluzione e nuovo quesito...
E' proprio lui l'autore della frase incriminata...
"Bettino Craxi e Ugo La Malfa ebbero il coraggio di spostare in avanti il loro mondo sfidando anche l'impopolarità: questi sono gli uomini più grandi perchè hanno contribuito a trasformare il paese."
Walter (Water per gli amici) Veltroni.
Incredibile vero?
Ma anche no.
E pensare che nel "pantheon" di nomi, messi come "ispiratori" alla nascita del PD, ci sono Craxi e La Malfa e non Berlinguer...
Magie del trasformismo della politica.
Intanto ne approfitto per lanciarvene un'altra...
Questa poi..bella davvero, sopratutto pnsando a chi l'ha detta.
Eccola:
"Rilanciamo la nostra proposta accolta ieri dai compagni socialisti per un miglioramento della legge sull'aborto e per andare con un fronte laico compatto allo scontro con le forze clericali.
In caso contrario,la divisione non potrà che portare a una clamorosa rivincita delle forze sconfitte dal referendum sul divorzio." (Agenzia ANSA, 7 febbraio 1981)
Non è nemmeno troppo difficile da immaginare...
"Bettino Craxi e Ugo La Malfa ebbero il coraggio di spostare in avanti il loro mondo sfidando anche l'impopolarità: questi sono gli uomini più grandi perchè hanno contribuito a trasformare il paese."
Walter (Water per gli amici) Veltroni.
Incredibile vero?
Ma anche no.
E pensare che nel "pantheon" di nomi, messi come "ispiratori" alla nascita del PD, ci sono Craxi e La Malfa e non Berlinguer...
Magie del trasformismo della politica.
Intanto ne approfitto per lanciarvene un'altra...
Questa poi..bella davvero, sopratutto pnsando a chi l'ha detta.
Eccola:
"Rilanciamo la nostra proposta accolta ieri dai compagni socialisti per un miglioramento della legge sull'aborto e per andare con un fronte laico compatto allo scontro con le forze clericali.
In caso contrario,la divisione non potrà che portare a una clamorosa rivincita delle forze sconfitte dal referendum sul divorzio." (Agenzia ANSA, 7 febbraio 1981)
Non è nemmeno troppo difficile da immaginare...
lunedì 18 maggio 2009
Rubrica: Indovina chi l'ha detto!
Et voilà!
Nasce da oggi una piccola rubrichetta interna al blog che mi prendo l'impegno di tenere sempre aggiornata, al massimo con cadenza settimanale.
In un paese come quello italiano, in cui la memoria spesso è più corta che nel resto del mondo, e dove il revisionismo è sempre in agguato, sarà bene ricodare sempre, come i nostri politici possano cambiare versione dei fatti, più e più volte.
Per questo posterò prima una frase, senza però dire chi l'ha detta e successivamente, dopo qualche giorno, la risposta al quesito e una nuova domanda.
Cominciamo con questa:
"Bettino Craxi e Ugo La Malfa ebbero il coraggio di spostare in avanti il loro mondo sfidando anche l'impopolarità: questi sono gli uomini più grandi perchè hanno contribuito a trasformare il paese."
(Il Sole 24 Ore, 29 febbraio 2009)
Nasce da oggi una piccola rubrichetta interna al blog che mi prendo l'impegno di tenere sempre aggiornata, al massimo con cadenza settimanale.
In un paese come quello italiano, in cui la memoria spesso è più corta che nel resto del mondo, e dove il revisionismo è sempre in agguato, sarà bene ricodare sempre, come i nostri politici possano cambiare versione dei fatti, più e più volte.
Per questo posterò prima una frase, senza però dire chi l'ha detta e successivamente, dopo qualche giorno, la risposta al quesito e una nuova domanda.
Cominciamo con questa:
"Bettino Craxi e Ugo La Malfa ebbero il coraggio di spostare in avanti il loro mondo sfidando anche l'impopolarità: questi sono gli uomini più grandi perchè hanno contribuito a trasformare il paese."
(Il Sole 24 Ore, 29 febbraio 2009)
Ora a voi, chi l'ha detto?
sabato 16 maggio 2009
Campagna elettorale PD. I nuovi manifesti
sabato 9 maggio 2009
Bertinotti e la morte della Sinistra. Tanto peggio tanto meglio.
Mettiamo subito una cosa in chiaro, chi scrive è da sempre un militante di Rifondazione, l'ha votata e continuerà a farlo alle europee di giugno, così come al congresso della "resa dei conti" del luglio 2008 ha votato la mozione Ferrero.
Nessun dubbio sul mio personale pensiero, proprio perchè voglio essere il più chiaro possibile.
Se per anni ho ritenuto (e lo ritengo, ahimè, ancora) Bertinotti, una delle più grandi "menti" della sinistra italiana, aldilà dei puerili sbeffeggi riguardo certe sue prese di posizione (una su tutte la "caduta" del primo governo Prodi), trovo sconcertante il discorso del vecchio "padre padrone" di Rifondazione Comunista riguardo la "tabula rasa" della sinistra extraparlamentare.
Trovo che le dichiarazioni di questi giorni su alcuni giornali (a cui il segretario attuale, Ferrero ha poi risposto oggi su Liberazione) in occasione della presentazione del suo nuovo libro ("Devi augurarti che la strada sia lunga", ndr) siano del tutto fuori luogo e denuncino il più grande limite di Bertinotti, mettendolo a nudo, ovvero che egli sia di fatto un "leader autoreferenziale", miope nel riconoscere i suoi stessi errori e quelli di una ex classe dirigente di delfini e figliocci suoi, che fino a qualche mese fa decideva le sorti di Rifondazione dalle poltrone più prestigiose.
Dire che "tanto peggio, tanto meglio", riferendosi ad una possibile scomparsa di tutte le piccole forze della sinistra italiana anche dal parlamento europeo, sa tanto di "muoia Sansone e con esso tutti i Filistei".
Peccato che il Sansone della sinistra italiana oltre il progetto moderato del PD, fosse proprio lui.
Non va certamente dimenticato come alcune decisioni abbiano messo Rifondazione all'angolo e se prima il sostegno (invero, a mio avviso obbligato) al secondo governo Prodi aveva scontentato buona parte della base più radicale del partito, l'elezione di un segretario a gettone come Giordano e la nascita dall'alto della Sinistra l'Arcobaleno poi, avevano definitivamente dato il colpo di grazia al partito.
Colui che oggi protesta, e accusa la sua ex creatura di essere "vetero comunista", è lo stesso che mesi addietro, con decisioni antidemocratiche (chi ha deciso di creare SA? I militanti, la base? O certi dirigenti di partito?) e assai discutibili ha di fatto, costretto il partito a ripartire dall'unica cosa che ancora rimaneva intatta, il suo simbolo, la sua identità d'alternativa radicale.
Anche perchè, ad oggi, tentare nuovi esperimenti politici all'insegna dell'apertura sembra assai rischioso, e purtroppo l'unica strategia che pare essere possibile è quella dell'autoconservazione, in attesa di tempi migliori.
Inoltre, nel panorama popolato da i nani della sinistra extraparlamentare, ogni nuovo progetto, vedi Sinistra e Libertà, non può che apparire all'elettorato come l'ennesimo fastidioso cartello elettorale, privo di contenuti veri, ingabbiato dalla situazione paradossale dell'unità a sinistra a partire però da scissioni, frazionamenti, veleni e intrighi di potere.
Eppure oltre il PD , nella devastazione delle idee e dei programmi, oltre il calderone del bipartitismo e dell'antipolitica, ci sarebbero praterie enormi.
Il principale errore di Fausto Bertinotti è stato quello di intravedere questi spazi, di cavalcarne i movimenti ma di non riuscire a convogliarli in un'unica spinta coesa.
Perdendo di vista l'unica maniera possibile di farlo, ovvero quello della partecipazione, della costruzione della politica dal basso, oltre i normali meccanismi dei partiti politici di vecchio stampo.
Nel 2001 Rifondazione era l'avanguardia vera di un processo politico, partito da Seattle e legato ai movimenti, che in altri paesi, vedi l'america latina, ha portato anche a casi clamorosi di successo, senza moderatismi, in maniera anche molto radicale e sopratutto a esperienze di governo.
Quello che Bertinotti rivendica e contemporaneamente in Rifondazione non vede, è questa spinta verso il "nuovo", verso la nuova politica.
Paradossale.
Proprio lui che questa spinta l'ha di fatto stoppata, fermata sul nascere.
Non basta proclamarsi altromondisti per essere "nuovi", se poi si mantengono gli stessi "vecchi metodi stalinisti" comuni al PCI (stessi metodi rimasti anche all'interno del PD) per creare questi "nuovi" soggetti.
La Sinistra l'Arcobaleno era solo un penoso tentativo di cartello elettorale così come oggi lo è Sinistra e Libertà.
Così come lo sono appunto certe dichiarazioni dell'ex "lider maximo", che nonostante non prenda chiaramente posizione, dice che poi voterà per Musacchio alle europee e quindi per Sinistra e Libertà, di conseguenza.
Insomma il vecchio re è nudo.
E dal suo esilio dorato, tra cachemire, poltrone e vitalizi statali vita natural durante, il vecchio padre da l'assenso ai vuoti progetti dei suoi eredi.
Peccato che oltre a se stesso, Bertinotti col suo modo di fare, non abbia creato nulla al di fuori della presenza ingombrante del suo carisma, se non un gruppo vuoto che è l'espressione stessa dei vizi del loro creatore, delfini appunto, che senza di lui sono niente.
Fortunantamente non è successo così anche per il "suo" ex partito, ancora in possesso almeno della storia delle lotte della sinistra italiana, ultimo baluardo d'immagine e si spera in futuro anche di contenuti, in quel deserto che è la sinistra in Italia.
E che lo stesso Bertinotti per colpa del suo enorme ego, ha contribuito a creare.
Nessun dubbio sul mio personale pensiero, proprio perchè voglio essere il più chiaro possibile.
Se per anni ho ritenuto (e lo ritengo, ahimè, ancora) Bertinotti, una delle più grandi "menti" della sinistra italiana, aldilà dei puerili sbeffeggi riguardo certe sue prese di posizione (una su tutte la "caduta" del primo governo Prodi), trovo sconcertante il discorso del vecchio "padre padrone" di Rifondazione Comunista riguardo la "tabula rasa" della sinistra extraparlamentare.
Trovo che le dichiarazioni di questi giorni su alcuni giornali (a cui il segretario attuale, Ferrero ha poi risposto oggi su Liberazione) in occasione della presentazione del suo nuovo libro ("Devi augurarti che la strada sia lunga", ndr) siano del tutto fuori luogo e denuncino il più grande limite di Bertinotti, mettendolo a nudo, ovvero che egli sia di fatto un "leader autoreferenziale", miope nel riconoscere i suoi stessi errori e quelli di una ex classe dirigente di delfini e figliocci suoi, che fino a qualche mese fa decideva le sorti di Rifondazione dalle poltrone più prestigiose.
Dire che "tanto peggio, tanto meglio", riferendosi ad una possibile scomparsa di tutte le piccole forze della sinistra italiana anche dal parlamento europeo, sa tanto di "muoia Sansone e con esso tutti i Filistei".
Peccato che il Sansone della sinistra italiana oltre il progetto moderato del PD, fosse proprio lui.
Non va certamente dimenticato come alcune decisioni abbiano messo Rifondazione all'angolo e se prima il sostegno (invero, a mio avviso obbligato) al secondo governo Prodi aveva scontentato buona parte della base più radicale del partito, l'elezione di un segretario a gettone come Giordano e la nascita dall'alto della Sinistra l'Arcobaleno poi, avevano definitivamente dato il colpo di grazia al partito.
Colui che oggi protesta, e accusa la sua ex creatura di essere "vetero comunista", è lo stesso che mesi addietro, con decisioni antidemocratiche (chi ha deciso di creare SA? I militanti, la base? O certi dirigenti di partito?) e assai discutibili ha di fatto, costretto il partito a ripartire dall'unica cosa che ancora rimaneva intatta, il suo simbolo, la sua identità d'alternativa radicale.
Anche perchè, ad oggi, tentare nuovi esperimenti politici all'insegna dell'apertura sembra assai rischioso, e purtroppo l'unica strategia che pare essere possibile è quella dell'autoconservazione, in attesa di tempi migliori.
Inoltre, nel panorama popolato da i nani della sinistra extraparlamentare, ogni nuovo progetto, vedi Sinistra e Libertà, non può che apparire all'elettorato come l'ennesimo fastidioso cartello elettorale, privo di contenuti veri, ingabbiato dalla situazione paradossale dell'unità a sinistra a partire però da scissioni, frazionamenti, veleni e intrighi di potere.
Eppure oltre il PD , nella devastazione delle idee e dei programmi, oltre il calderone del bipartitismo e dell'antipolitica, ci sarebbero praterie enormi.
Il principale errore di Fausto Bertinotti è stato quello di intravedere questi spazi, di cavalcarne i movimenti ma di non riuscire a convogliarli in un'unica spinta coesa.
Perdendo di vista l'unica maniera possibile di farlo, ovvero quello della partecipazione, della costruzione della politica dal basso, oltre i normali meccanismi dei partiti politici di vecchio stampo.
Nel 2001 Rifondazione era l'avanguardia vera di un processo politico, partito da Seattle e legato ai movimenti, che in altri paesi, vedi l'america latina, ha portato anche a casi clamorosi di successo, senza moderatismi, in maniera anche molto radicale e sopratutto a esperienze di governo.
Quello che Bertinotti rivendica e contemporaneamente in Rifondazione non vede, è questa spinta verso il "nuovo", verso la nuova politica.
Paradossale.
Proprio lui che questa spinta l'ha di fatto stoppata, fermata sul nascere.
Non basta proclamarsi altromondisti per essere "nuovi", se poi si mantengono gli stessi "vecchi metodi stalinisti" comuni al PCI (stessi metodi rimasti anche all'interno del PD) per creare questi "nuovi" soggetti.
La Sinistra l'Arcobaleno era solo un penoso tentativo di cartello elettorale così come oggi lo è Sinistra e Libertà.
Così come lo sono appunto certe dichiarazioni dell'ex "lider maximo", che nonostante non prenda chiaramente posizione, dice che poi voterà per Musacchio alle europee e quindi per Sinistra e Libertà, di conseguenza.
Insomma il vecchio re è nudo.
E dal suo esilio dorato, tra cachemire, poltrone e vitalizi statali vita natural durante, il vecchio padre da l'assenso ai vuoti progetti dei suoi eredi.
Peccato che oltre a se stesso, Bertinotti col suo modo di fare, non abbia creato nulla al di fuori della presenza ingombrante del suo carisma, se non un gruppo vuoto che è l'espressione stessa dei vizi del loro creatore, delfini appunto, che senza di lui sono niente.
Fortunantamente non è successo così anche per il "suo" ex partito, ancora in possesso almeno della storia delle lotte della sinistra italiana, ultimo baluardo d'immagine e si spera in futuro anche di contenuti, in quel deserto che è la sinistra in Italia.
E che lo stesso Bertinotti per colpa del suo enorme ego, ha contribuito a creare.
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