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mercoledì 9 febbraio 2011

Il mio diritto alla Noia. Storia di un paese diviso, un nano e qualche ballerina.

La notizia, ed è sicuramente importante, è quella di una richiesta, da parte dei Pm di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi, di rito immediato, riguardo il tristemente famoso "caso Ruby", che non mi dilungo nemmeno a spiegare cos'è, tanto se n'è parlato.
Ciò significherebbe che Berlusconi, costretto a processo, potrebbe essere giudicato subito e nel caso fosse ritenuto colpevole dell'accusa di "concussione e prostituzione minorile", rischierebbe il carcere, come previsto per legge riguardo il seguente reato.
Senza possibilità d'appello ne di spostamento dei tempi di giudizio.
Non potrebbe dunque avvalersi di quella che è sempre stata la sua fortuna, la prescrizione.
Una notizia così, che giustamente rimbalza su tutti i media internazionali e potrebbe essere uno spartiacque della nostra politica nostrana, dovrebbe far balzare sulla sedia un qualsiasi medio e attento cittadino.
Invece no.
Io personalmente, trovo tutto ciò tristemente noioso.
Almeno quanto il finale già scritto, di un fim mediocre.
La realtà dei fatti, incomincia pericolosamente ad assomigliare ad una fiction tv, con sceneggiatura e sceneggiatore mediocri, attori e comparse che si barcamenano in parti e recite viste e riviste.
Il protagonista poi, inflazionatissimo, è la brutta copia di tanti potentati "italioti" succedutisi negli anni, che non solo non fanno più ridere, ma nemmeno piangere.
Questo sentimento d'indifferenza, che forse indignerà qualche "benpensante", credo che sia condiviso con me, da tanti italiani.
La noia di vivere in questo paese, in cui tutto pare un diorama muffito, uno scenario di mummie imbalsamate è amplificata, se possibile, dalla totale mancanza di alternativa rispetto al governo esistente.
Nel paese del "celodurismo", dove settantenni s'illudono di correre dietro a prorompenti nullità a pagamento, dove c'è una "miss" per ogni cosa, da "miss Italia" a "miss Padania", dove il nepotismo regna imperante, dove dei secessionisti sono "Ministri della Repubblica Italiana", dove nell'orgia dei talk show si può scoprire che due deputati della maggioranza di governo (Bocchino e Castelli a Annozero giovedì scorso ndr.) si scannano l'uno con l'altro perchè manca "l'opposizione", dove gli ex condannati di "Vallettopoli" scrivono libri o si candidano in politica, dove cristiano cattolici democratici (leggi democristiani) sguazzano tra le file dell'arco palamentare con la stessa disinvoltura con cui divorziano e prendono i sacramenti, in questo stesso paese, dove il segretario del principale partito d'opposizione sembra il presidente di una Cooperativa qualsiasi, dove l'unica proposta politica è il - si "raccolgono firme" (sic!) per "cacciare il Presidente del Consiglio" - in questo stesso paese dove sono tutti "nuovi" salvo essere eletti da almeno 25 anni in una delle due camere, dove destra e sinistra si mescolano tra interpreti che sembrano la stessa cosa, in questo paese pieno di religiosi che si astengono dal far politica ma poi commentano su tutto, in questo paese di laici, che corrono al "family day" o ai meeting di Cl, in questo paese dove sono in via d'estinzione gli atei e i comunisti, salvo "richiamarli" come spauracchi alla bisogna; in questo triste, tristissimo paese dove anche il Presidente della Repubblica dice cose banali di fronte a l'immagine di questo squallore, di quest'immenso "Circo Barnum", pieno di nani e ballerine, cocotte e macchiette, io invoco -  il mio diritto alla Noia.
Sono annoiato!
Che si fottano tutti, per primi coloro che urlano il cambiamento  da pulpiti privilegiati, si fottano i nani, ma anche i "grilli parlanti", i "nuovi poeti" e le vecchie "balene bianche", si fottano gli intellettuali di sinistra e di destra (incredibile nel nulla di oggi, esistono anche loro), i giornalisti a pagamento, gli opinionisti, le soubrette, le prostitute, (non necessariamente in quest'ordine), si fottano i "falsi giovani" della politica, replicanti dei vecchi, si fotta la cosmesi delle cose, la rimozione della memoria storica, il Festival di Sanremo alle porte, con il suo stuolo di trombe e tromboni, si fotta il servizio pubblico, "i capitani coraggiosi" dell'Industria, si fottano i rottamatori, si fottano i diplomatici incapaci di una posizione netta, si fotta la "destra moderna ed europeista" e il "centro-sinistra riformista", si fottano i movimenti che durano pochi mesi, si fotta la politica, ma anche l'antipolitica, si fottano i testimonial tv, i consigli per gli acquisti, le fasce "pro-tette" e il perbenismo, sia quello falso che quello vero, si fotta la "reazione" tutta, sopratutto quella religiosa.

Rivendico il mio diritto ad indignarmi, io ti odio, italiano medio!

Disgrazia di questo miserabile paese!
Nella ricorrenza dei 150 anni dalla nascita di questa nazione divisa, talmente debole da essere nata tra i sotterfugi della casta politica del tempo, in una sorta di destino già scritto, faccio leva sul sentimento d'indignazione comune.
Lasciamoli soli nella loro mediocrità.
Lasciamoli soli a contemplare la fine di loro stessi.
Il 17 marzo che nessuno innalzi un moto d'orgoglio.
Non è difficile, in fondo, la Nazionale di calcio, quel giorno, non gioca...

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